“Pronto un Green pass permanente” Il folle piano di Bruxelles prosegue spedito. Cosa ha in mente la feccia che si fa chiamare Commissione Ue

Un Green Pass è per sempre. La medesima tecnologia basata sul Qr code e lo stesso scopo, ancora più invasivo: mettere a disposizione, non più e non solo, le informazioni relative alle vaccinazioni contro il Covid, bensì l’intera vita sanitaria del cittadino, in modo permanente. Uno strumento di controllo sempre più pervasivo quello che, con lo scopo ufficiale di essere utilizzato per le prescrizioni mediche elettroniche, è allo studio della Commissione europea, come ha anticipato a Eunews il portavoce della Commissione europea per la Salute, Stefan De Keersmaecker. La notizia in Italia è stata ripresa (solo) da L’Indipendente, che dà conto di come la trasformazione digitale dei dati sanitari sia ai primi punti dell’agenda di Bruxelles, che sta anche facendo pressione per far decollare il progetto del portafoglio europeo di identità digitale, di cui ci siamo già occupati. Per Stefan De Keersmaecker, il Green Pass è stato “una storia di successo dell’Unione europea”. Affermazione controversa e assai discutibile, come quella che segue: “La tecnologia del certificato COVID digitale è abbastanza flessibile da poter essere riutilizzata anche come parte dello spazio europeo dei dati sanitari: le prescrizioni elettroniche o la carta di vaccinazione dell’Ue sono buoni esempi”, ha riferito a Eunews, per poi annunciare che sono in arrivo i primi “progetti pilota per entrambi questi casi d’uso”.

L’esperimento sociale del Green Pass ha confermato che, per introdurre misure altrimenti non accettabili dalla popolazione, si può far leva sulle situazioni di emergenza. Ora la presunta emergenza sembra alle spalle: “Nell’attuale scenario epidemiologico, la Commissione non intende proporre un’ulteriore proroga del Green Pass oltre il 30 giugno 2023”, ha detto, bontà sua, il portavoce della Commissione. Tuttavia, il modello di controllo in stile cinese non andrà in soffitta, ma potrebbe tornare sotto altra veste, e in modo permanente. Appaiono palesi i rischi per la privacy o quelli legati a una eventuale faglia nei sistemi informatici. La nostra “cartella sanitaria” sarebbe così a portata di clic. L’Indipendente ricorda le parole profetiche di Mario Draghi allorché disse, in merito al Green Pass e alla schedatura vaccinale: “Gradualmente questa struttura perde i caratteri di emergenza e acquista quello di ordinarietà”. La transizione digitale è il pallino dei potenti riuniti a Davos per il World Economic Forum, e solo nell’ultima riunione, in gennaio, l’ex premier britannico Tony Blair aveva auspicato: “È necessario sapere chi è stato vaccinato e chi no, arriveranno nuovi vaccini multipli e servirà quindi un’infrastruttura digitale adeguata, che manca ancora in tanti Paesi”.

La digitalizzazione della vita e della società, da incubo orwlliano, sta diventando una realtà. Ma tessere vaccinali e prescrizioni elettroniche non sono l’unico dossier sanitario a cui Bruxelles lavora con urgenza. Anticipa ancora Eunews che la Commissione europea dovrebbe illustrare, il prossimo 26 aprile, la proposta di revisione della legislazione farmaceutica.

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  1. I soliti venduti che vogliono vendere anche tutti i cittadini europei non sapendo che si stanno condannando da soli. Una tirannide tecnosanitaria colpisce tutti tranne i manovratori e gli eurodeputati non lo sono anche se pensano di essere all’iterno della elite al comando. Troppe pecore accetteranno tutto ciò senza nemmeno porsi delle domande e sarà dura resistere.

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