Caccia americani impazziti: solo oggi si scopre la grande beffa di Putin. Questi i voli degli americani dopo la fuga della spia russa dai domiciliari a Milano di qualche giorno fa

Artem Uss, il giovane oligarca russo, imprenditore vicino al Cremlino accusato di crimini finanziari e considerato dagli States il regista della rete che procurava componenti hi-tech per gli armamenti più moderni usati dai russi in Ucraina, nonostante le segnalazioni degli Stati Uniti sulla sua pericolosità, è riuscito a scappare dagli arresti domiciliari a Basiglio lo scorso 22 marzo perché i giudici di Milano non hanno ritenuto necessario tenerlo in carcere e non hanno predisposto alcun tipo di vigilanza. E quando il consolato americano di Milano ha saputo della sua fuga, si è infuriato, riporta La Repubblica, e ha disposto la massima allerta per tentare di impedire il rientro in Russia del fuggitivo.

Una mobilitazione che avrebbe coinvolto anche due caccia F-16 americani che – dall’esame di Flightradar24, il sito che monitora il traffico aereo – sarebbero decollati dalla base di Aviano. I due jet si sarebbero stati in volo per due ore “spingendosi fino al lago di Garda. Uno dei caccia del 31mo Stormo ha compiuto diversi pattugliamenti lungo la frontiera austriaca e slovena, incrociando le rotte che puntano verso Oriente. L’altro è rimasto a orbitare sul Veneto”, si legge. “Stavano cercando di intercettare un velivolo con a bordo l’evaso? E se lo avessero identificato, lo avrebbero obbligato all’atterraggio?”.

Di certo la fuga dell’oligarca è stata ben architettata. Gli investigatori ritengono che “persone forti e affidabili” “abbiano pianificato ogni mossa come se si trattasse di un’esfiltrazione in zona di guerra. Lo dimostra l’azione di quattro vetture di grande cilindrata, tutte identiche, che hanno prelevato l’evaso alle porte di Milano, per poi procedere in direzioni diverse: una tattica per ingannare la sorveglianza di droni e satelliti. Se il ruolo dei servizi segreti russi è ormai considerato certo, la preparazione molto probabilmente ha coinvolto figure insospettabili: cittadini europei o svizzeri, attivi nel settore della security” e con ogni probabilità l’evaso ha preso “la strada dei Balcani, in auto o con un velivolo”, per “arrivare in Serbia o Turchia” e con un volo di linea raggiungere Mosca.

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