Come faceva Baiardo a sapere che si era aggravato? L’oncologo che curava Messina Denaro racconta un particolare davvero inquietante

L’oncologo Vittorio Gebbia, responsabile della clinica La Maddalena di Palermo dove Messina Denaro era in cura non ha notato “nessun atteggiamento che potesse destare sospetto” riguardo quest’ultimo. Si moltiplicano gli attestati di stupore riguardo il latitante, ormai nel carcere di massima sicurezza a L’Aquila e su cui anche diversi pazienti ignoravano la reale identità. Il dottor Gebbia rivela un altro dettaglio interessante riguardo il capo di Cosa Nostra e il suo male: una  “prognosi infausta accolta con grande dignità”, la “piena consapevolezza delle sue condizioni di salute”. Così viene raccontato l’atteggiamento del boss alla notizia dell’aggravarsi del tumore.

Arresto Matteo Messina Denaro, parla l’oncologo che non sapeva nulla

Il latitante andava in clinica “da solo”. Ma come detto, per i sanitari della struttura non solo, l’uomo era semplicemente Andrea Bonafede, colui che falsamente diceva di essere. “Io lo avrò ricevuto nel mio studio due o tre volte e le assicuro che, tra le migliaia di pazienti che visito, questo signor Andrea Bonafede non mi è mai balzato all’occhio per nessun motivo. Anzi, se mi avessero detto prima che si poteva trattare di Messina Denaro non ci avrei creduto“.

Un “classico paziente della provincia siciliana, accento trapanese, come a migliaia ne arrivano da noi, certamente benestante ma anche lì di persone con orologi di grande valore al polso ne vediamo tante, mai arrogante, al massimo un po’ eccentrico nell’abbigliamento con quelle camicie vistose e costose come lui stesso ha raccontato ad alcuni miei collaboratori”. Al momento della cattura, il fuggitivo è uscito dalla struttura con un orologio da 35mila euro al polso, come hanno fermato i carabinieri nel punto stampa di ieri.

L’oncologo: “Intervista di Baiardo inquietante”

Ma per l’oncologo che si sottrae da ogni sospetto, c’è un altro aspetto inquietante di tutta questa vicenda, ed è la famosa intervista di Salvatore Baiardo, il pentito che lo scorso novembre da Giletti “preannunciava” la cattura del boss. Il dottor Gebbia la definisce “una coincidenza temporale davvero inquietante considerata la riservatezza delle informazioni e – col senno di poi – la reale identità del signor Bonafede. Erano passati non più di trequattro giorni da quando – in seguito agli accertamenti diagnostici dopo un ciclo di chemioterapia – abbiamo rilevato un aggravamento del tumore che ci ha indotto a cambiare terapia ed ha reso più severa la prognosi”.

All’epoca, Baiardo abbastanza sicuro di se, diceva: “Magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?”. Un’ipotesi tutt’altro da scartare dato che l’uomo, considerato in condizioni gravi dagli stessi medici, si sarebbe voluto far consegnare di persona per delle cure più avanzate e farsi curare il tumore.

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