Botta e risposta a distanza tra Enrico Mentana e Hoara Borselli. La conduttrice tv, con uno sfogo su Twitter, contesta l’uscita di Liliana Segre contro coloro che hanno detto “no” al vaccino. Risultato? Apriti cielo. “Liliana Segre a Napoli ha parlato del governo Meloni e ha detto ‘Sui no vax io sarei stata molto più severa, avrei continuato ad essere severa’. È lecito dire che, da chi ha vissuto sulla sua pelle l’infamia della discriminazione, mi sarei aspettata parole più concilianti?”. Immediata la replica del direttore del TgLa7: “Mi scusi, Borselli: Segre non fu solo discriminata, perché fu costretta a lasciare la scuola a otto anni a causa delle leggi razziali. Cinque anni dopo fu arrestata insieme al padre da cui fu separata per sempre sulla rampa d’ingresso di Auschwitz. Proprio perché ha conosciuto sulla sua pelle un’altra peste, quella nazista, indica il rischio di una guardia abbassata anzitempo contro il virus e di un colpo di spugna a favore di chi ha violato le regole della resistenza al Covid”.
Finita qui? Neanche per sogno dato che il giornalista punta poi il dito, accusando la Borselli di aver fatto “un implicito parallelismo tra una reclusa in un campo di sterminio e un medico che si è beffato delle indicazioni delle autorità sanitarie non è francamente accettabile”.
E la Borselli non attende a dire la sua, precisando il suo intervento: “Nulla di più discriminatorio che pensare che esistano persone intoccabili. Per me Liliana Segre è una gran donna, con la quale si può essere d’accordo o dissentire liberamente. Senza far sacrilegio. Solo la mediocrità può ritenere che non rispetti la sua storia”.
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Ms ancora! Basta, per favore, ormai non fa piu’ notizia; non l’avete capito?