Nervi tesi nel governo, Mario Draghi fa il fenomeno con i partiti: “Non metto a rischio la credibilità”

Di Tommaso Carta per Il Tempo

Oggi in Consiglio dei ministri ci sarà l’informativa del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Garofoli sul Pnrr e una serie di decreti legislativi, tra cui uno che prevede una revisione per i criteri di incentivi alle imprese. Ma i ministri attendono di capire cosa dirà il presidente del Consiglio dopo il Consiglio dei ministri durato 8 minuti la scorsa settimana per lanciare l’aut aut sul ddl Concorrenza. Comunque la schiarita, dopo il richiamo del presidente del Consiglio, è arrivata.

«Stiamo rispettando tutte le scadenze», dice un ministro. Giugno per l’esecutivo sarà «caldissimo». Sullo sfondo ci sono le fibrillazioni nel Movimento 5 stelle: il presidente Conte ha ribadito di non voler minare l’esecutivo, «nessun Papeete» ma – al di là del caso Giarrusso, l’europarlamentare che oltre a criticare la gestione M5s ha motivato la sua uscita perchè «non si può restare» al governo «fino alla morte» – è pur vero che il fronte di chi vuole una mossa shock aumenta di giorno in giorno.

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Il prossimo mese non prevede solo l’appuntamento delle comunali ma soprattutto l’approdo in Parlamento di numerosi provvedimenti che potrebbero creare non poche fibrillazioni. Dal ddl concorrenza, appunto, alla riforma del Csm, dal dl Aiuti alla legge delega fiscale (ieri M5s ha chiesto una riunione di maggioranza). La priorità del governo resta l’iter del Pnrr. Il presidente del Consiglio Draghi ha ribadito qual è la sua «mission»: «Bisogna essere coerenti con quello che si dice. La credibilità è fondamentale. In politica si ha un mandato attribuito dagli elettori, nel mio caso dal presidente della Repubblica e dal Parlamento. Bisogna restare nei limiti di questo mandato e la cosa più importante è che le parole devono essere suffragate dai fatti».

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