Senato, la farsa delle dimissioni di massa per far saltare l’unica poltrona rimasta a chi è contrario a questo governo degli indegni

1170410 : (Riccardo Antimiani / EIDON), 2016-02-10 Roma – Senato – Seguito discussione del disegno di legge sulle Unioni Civili – L’Aula di Palazzo Madama durante il risultato del voto che respinge la richiesta di non passaggio all’esame degli articoli sul disegno di legge

Le sue posizioni filo-putiniane e contro il governo Draghi (che ha definito «interventista» per il sostegno alla guerra in Ucraina) hanno messo in imbarazzo la maggioranza e il M5s. Ma il presidente della commissione Esteri del Senato Vito Petrocelli – espulso dai Cinque Stelle ma ancora iscritto al gruppo – non ha intenzione di lasciare il suo incarico. «Non mi dimetto perché sento di rappresentare la Costituzione e la volontà degli italiani», ha chiarito all’inizio di una giornata dedicata dalle forze di maggioranza a trovare una via d’uscita.

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L’unica strategia possibile è sembrata alla fine quella delle dimissioni in blocco dei senatori della commissione. Una mossa che avrebbe l’effetto di azzerare l’organismo e, di conseguenze, l’incarico di Petrocelli. A fare il primo passo sono stati gli esponenti del Pd che hanno rimesso il proprio mandato nelle mani della capogruppo Simona Malpezzi. Ma hanno annunciato le dimissioni anche i commissari di M5S e Lega. Disponibili al passo indietro gli esponenti di Forza Italia e pronto a lasciare è anche Adolfo Urso di Fratelli d’Italia, forza che non sostiene il governo. Unico ad aver dichiarato il suo disaccordo è il senatore Emanuele Dessì, ex M5S, uscito dal movimento perché in disaccordo con il sostegno al governoDraghi e ora nel gruppo Misto con il Partito comunista, simbolo che ha contribuito a riportare in Parlamento.

Verso l’azzeramento della commissione

L’individuazione di un percorso possibile è arrivata alla fine di una lunga capigruppo e di una successiva riunione della Giunta del Regolamento. Per poter intervenire, fanno sapere al termine della Giunta, servono fatti concreti. Ed è arrivato così il tacito accordo per cavalcare le dimissioni in blocco della commissione. Una volta formalizzate le dimissioni di tutti i senatori della commissione,i presidenti dei gruppi dovranno dichiarare l’intento di non sostituirli con colleghi di partito. A questo punto la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e la Giunta per il regolamento, farebbero scattare lo scioglimento della commissione stessa per l’impossibilità di poter continuare a svolgere i suoi compiti, in un momento così delicato determinato dalla guerra in Ucraina. Subito dopo si procederà alla ricomposizione con la nomina di un nuovo presidente.

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  1. Come sempre sono tutti d’accordo nell’escludere i pochi che non sono d’accordo. Quando c’è una sola voce non c’è pluralità e non c’è democrazia. E questi sono i senatori della repubblica, non siete degni nè della carica nè di essere chiamati politici, siete dei clown e avete sbagliato luogo di lavoro.

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