Elon Musk compra Twitter e critica le censure? La reazione della feccia buonista è da godere. Carola Rackete: “Chiuderò account”. Severgnini a lutto

Carola Rackete stanca di Twitter medita di chiudere l’account. A scriverlo è la stessa attivista sul social, poi attaccata da decine di utenti italiani ai quali dedica un nuovo tweet. “Sono stanca di Twitter, sto pensando di chiudere questo account. Soprattutto ora che Elon Musk prenderà il controllo della piattaforma. E no, non uso nemmeno altri social media”, scrive l’ex capitana della nave Sea Watch che, ai commenti e sfottò di diversi account italiani – si va dalle gif con ‘gesto dell’ombrello’ a ironici ‘ciao ciao’ -, replica ricondividendo il tweet precedente e aggiungendo: “Penso che l’estrema destra italiana abbia davvero bisogno di una vita fuori da Twitter”.

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L’arroganza della Rackete, incona della sinistra immigrazionista, non ha limiti. La tirò fuori tutta quando la sua posizione sullo speronamento della nave della nostra Guardia di Finanza è stata archiviata. Allora, una volta che la fece franca, l’attivista antifà scoprì le carte. Ammettendo che, fin dall’inizio, il suo scopo era quello di contestare il decreto sicurezza bis. Non si sa quale piega prenderà Twitter, ma osserviamo le reazioni scomposte delle vestali del pensiero unico prenderla a male. Quasi un processo alle intenzioni. Sappiamo che negli Usa, per esempio, il cambio della guardia sta suscitato le lamentere delle vestali liberal che temono un cambio di passo di Twitter o il ritorno dei loro avversari sui social. Anche se Trump ha fatto sapere che se anche Musk rimuoverà il bando, lui rimarrà sul suo “Truth”.

Per Severgnini libertà di parole vuol dire sovversione

Come è noto, il patron di Tesla avrebbe tutta l’intenzione di fare di Twitter un presidio della libertà di parola. In casa nostra registriamo il grido d’allarme do Beppe Severgnini, altro caposaldo del pensiero mainstream. Secondo il quale “se free speech vuoldire libertà di insultare, diffamare, minacciare e mentire  o di sovvertire la democrazia, allora Twitter non ci interessa più, caro Elon Musk”, scrive in quello che potrebbe essere uno degli ultimi “cinguettii”. Non si capisce bene questa botta di acidità – dalla Rackete a Severgnini- di fronte allo spauracchio della “libertà di parola”. Cosa temono? Di perdere la priorità acquisita di insultare? Il diritto di puntare il ditino accusatore senza diritto di replica?

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