Avevano già ucciso! La coppia di pitbull che ha ammazzato il piccolo Francesco, nel passato aveva fatto fuori il proprio padre

Estratto dell’articolo di Titti Beneduce per il “Corriere della Sera”

Sono le otto del mattino. Ad Eboli, in provincia di Salerno, Francesco Pio, che ha 13 mesi, si è appena svegliato nella casa a due piani in mezzo alla campagna. Con lui ci sono la madre, Paola, e due fratelli di lei. Uno degli zii lo prende in braccio e si avvia verso il cortile: c’è un bel sole.

Ma appena apre la porta accade qualcosa di terribile: due pitbull, che appartengono alla proprietaria dell’abitazione, si avventano contro il bambino, lo azzannano e lo graffiano fino ad ucciderlo. Nessuno dei presenti riesce a bloccarli, neanche con i bastoni: sono troppo aggressivi. La madre e uno zio del bimbo restano feriti. Arriva un’ambulanza del 118 ma per il piccolo non c’è più niente da fare.

La morte di Francesco Pio D’Amaro ha sconvolto la cittadina del Salernitano, resa famosa dal romanzo di Carlo Levi Cristo si è fermato a Eboli .

La Procura di Salerno sta indagando per chiarire se ci siano responsabilità nell’accaduto. Lo scorso gennaio i due pitbull avevano sbranato il proprio padre, uccidendolo: un precedente preoccupante, che fa pensare ad animali estremamente aggressivi.

Francesco Pio era nato l’8 marzo 2023 da una relazione della madre, Paola Santoro, con un immigrato marocchino; era stato riconosciuto, tuttavia, da un precedente compagno della donna, da cui lei aveva avuto altri due figli. Paola, originaria di Montecorvino Rovella, lavora come inserviente in un bar di Battipaglia.

A Eboli era ospite di un’amica: la proprietaria dei cani, appunto. Secondo alcune testimonianze raccolte dai carabinieri, i due pitbull non erano liberi di circolare nel cortile dell’abitazione, soprattutto quando c’era in giro Francesco Pio: venivano tenuti chiusi in una stanza. Ieri, però, non è andata così.

«Forse i cani hanno pensato che il bambino fosse un pericolo poiché non lo avevano mai visto», racconta Milena Santoro, sorella della mamma del piccolo. «I cani erano già chiusi in stanza quando sono arrivata. Non ho neanche visto il piccolo. Mia sorella mi ha raccontato che i cani l’hanno attaccato direttamente. Non so se fosse in braccio alla mamma o ad altri: c’erano anche i miei due fratelli in casa, forse era in braccio ad uno di loro, credo di sì. I cani non conoscevano il piccolo perché quando lui usciva venivano allontanati. Forse sono scappati dalla stanza quando lo hanno visto. Sono di un’amica che abita qui. Li conoscevamo, ma non si sono mai buttati addosso a noi». […]

I due pitbull ora sono in una struttura di Pignataro Maggiore, nel Casertano, «Dog’s town», convenzionata con il Comune di Eboli: è lì che arrivano anche i randagi trovati nella cittadina. Sono sottoposti a un duplice sequestro: sanitario/amministrativo da parte dell’Asl, giudiziario da parte della Procura. Per dieci giorni resteranno in osservazione: bisogna innanzitutto capire se hanno la rabbia. In caso affermativo saranno abbattuti.

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