Autovelox, è lo stato ad essere fuorilegge, non gli automobilisti! La sentenza della cassazione fa emergere che siamo vessati con apparecchi che, per la maggior parte, non sono ufficialmente ‘omologati’. Multe da annullare per milioni e milioni di euro

Autovelox, saltano migliaia di multe: la Cassazione fa tremare i comuni
Dopo la clamorosa sentenza sul caso di Treviso i comitati affilano le armi: “I sindaci spengano subito gli impianti”

Migliaia di multe (anche piuttosto salate) per eccesso di velocità potrebbero essere annullate, con buona pace per le casse dei Comuni. Il motivo? Un’ordinanza della Corte di Cassazione, la 10505/2024, che una volta per tutte sancisce che l’approvazione di un autovelox non equivale alla sua “omologazione”.

Il caso di specie riguarda un avvocato trevigiano multato in tangenziale perché viaggiava a 97 chilometri all’ora su un tratto di strada dove il limite è 90. L’uomo ha vinto il ricorso in Cassazione presentato dal comune di Treviso perchè la rilevazione era stata effettuata da un apparecchio “approvato” ma non “omologato”, così come non lo sono altre migliaia di autovelox sulle strade della Penisola. Il tribunale aveva giudicato la violazione nulla in primo grado e la Cassazione ha confermato che la decisione presa rispetta le norme e i metodi descritti nel codice della strada.

Ecco che, allora, le multe per eccesso di velocità rilevate sulle strade italiane attraverso apparecchiature uguali a quelle adottate dal Comune di Treviso sulla strada regionale n.53, meglio nota come “Tangenziale”, potrebbero essere annullate.

Le motivazioni della Suprema Corte risiedono nel fatto che le apparecchiature sarebbero state autorizzate dal ministero delle Infrastrutture ma non sottoposte dallo stesso Governo ad una verifica tecnica più puntuale necessaria alla loro omologazione. Vi sarebbe in sostanza un vuoto normativo che, in assenza di correzioni, metterebbe al riparo d’ora in poi da conseguenze pecuniarie gli automobilisti colti dagli autovelox per ora giudicati non regolamentari. Per quanto riguarda le finanze pubbliche del Veneto, mediamente le sanzioni per violazioni al codice della strada valgono circa 50 milioni l’anno e sono per un terzo addebitabili al superamento dei limiti di velocità riscontrato dalle apparecchiature elettroniche. La quota normalmente riscossa dal Comune di Treviso sarebbe di poco inferiore ai 4 milioni.

Certamente è presto perchè migliaia di automobilisti possano strappare le multe ricevute, ma è altrettanto vero che i comuni italiani sono spaventati dalla prospettiva che le sanzioni fatte con gli autovelox vengano tutte annullate perché le macchinette utilizzate per rilevare la velocità delle auto non sono mai state “omologate”. Il problema è della massima urgenza come ha spiegato il sindaco di Treviso, Mario Conte, al vicepremier e titolare delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Nel frattempo, però, comitati e associazioni di categoria festeggiano.

Estratto dell’articolo di www.repubblica.it

Tremano le casse dei Comuni italiani dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha accolto l’impugnazione di un avvocato di Treviso che, da automobilista, aveva ricevuto una sanzione per aver viaggiato a 97 chilometri orari dove il limite è di 90, sulla “Tangenziale” di Treviso, ossia la strada regionale n.53. L’apparecchio risultava ‘approvato’ ma non ‘omologato’.

Come tanti autovelox utilizzati nelle regioni italiane. E ora l’Anci teme una valanga di ricorsi e l’annullamento di multe per milioni di euro.

Le apparecchiature sarebbero state autorizzate dal ministero delle Infrastrutture ma non sottoposte dallo stesso Governo ad una verifica tecnica più puntuale necessaria alla loro omologazione.

Vi sarebbe in sostanza un vuoto normativo che, in assenza di correzioni, metterebbe al riparo d’ora in poi da conseguenze pecuniarie gli automobilisti colti dagli autovelox per ora giudicati non regolamentari.

Per quanto riguarda le finanze pubbliche del Veneto, mediamente le sanzioni per violazioni al codice della strada valgono circa 50 milioni l’anno

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