Dopo le denunce della comunità ebraica il pm della Procura di Roma Erminio Amelio ha aperto due fascicoli: risultano così indagati per istigazione all’odio razziale il professore Alessandro Orsini e Gabriele Rubini, noto in tv e sui social come Chef Rubio. Il 24 gennaio scorso, infatti, la comunità ebraica romana ha da depositato in questura i due esposti “per plurime e reiterate condotte integranti i reati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa” e per diffamazione aggravata.
Alla base della decisione i post e i commenti dei due dopo gli attacchi di Hamas a Israele del 7 ottobre e la successiva risposta militare dello Stato ebraico. Il presidente e legale rappresentante della comunità ebraica romana, Victor Fadlun, ha chiesto inoltre l’intervento della polizia postale “al fine di segnalare e far richiedere a Facebook, X e YouTube la chiusura dei profili e delle pagine” dello chef e del professore, scrive il Messaggero. Insomma, viene chiesto l’oscuramento i Chef Rubio e Orsini sui social.
Tra i post citati nella denuncia quelli di Orsini contro il premier israeliano (in uno Netanyahu viene definito “un terrorista di Stato”) e altri di Chef Rubio, tra cui la foto di un pugnale con doppia lama con il commento “coltello antisionista con manico in legno d’ulivo”, albero sacro nella tradizione ebraica, oggetto di un’integrazione alla denuncia da parte della comunità ebraica. Chef Rubio ha replicato così: “Nei passati 3anni ho speso 25k€ (esclusi avvocati), a oggi ho 9 procedimenti civili e 5 penali per cui se dovesse andare male mi si chiederebbero circa 300k €. La mafia sionista pensa che ribaltando la realtà e disumanizzandomi mi piegherà, ma non sa che ha già perso #Shalom”.
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