Liliana Resinovich, le accuse del fratello Sergio: “Evidente pregiudizio nelle indagini”. Il mistero di quelle telefonate anonime: qualcuno la chiamava ansimando

Le indagini sulla tragica scomparsa di Liliana Resinovich, avvenuta il 14 dicembre 2021, continuano ad essere al centro dell’attenzione a Trieste, con gli inquirenti che lavorano senza sosta per far luce su questo misterioso caso. Una fonte investigativa, in un’intervista a Fanpage.it, ha affermato: “È da due anni che svolgiamo indagini sulla morte di Liliana Resinovich“. Queste parole rispecchiano l’impegno e la serietà con cui si sta cercando di risolvere il caso, nonostante le complessità e gli ostacoli incontrati lungo il percorso.

Sergio Resinovich, le accuse

Le “accuse” di Sergio Resinovich, fratello della donna scomparsa, espresse in una lettera indirizzata al Questore di Trieste, evidenziano la frustrazione e il dolore di una famiglia che cerca risposte. Sergio racconta di episodi specifici che lo hanno portato a credere in un pregiudizio nelle nuove indagini, sottolineando come sia stato suggerito più volte un possibile suicidio di Liliana, nonostante le indagini supplementari disposte dal GIP Dainotti abbiano aperto a scenari differenti, incluso l’omicidio volontario: “Un po’ di mesi fa sono stato contattato dall’investigatore” … ” ha detto Resinovich “che mi riferiva in più occasioni che la morte di mia sorella era sicuramente ascrivibile a un suicidio e che le indagini nuove non avrebbero portato a qualcosa di diverso”. La richiesta della famiglia è “di interrompere questo evidente pregiudizio nella ricerca della verità e di indolenza nello svolgimento delle nuove indagini …. che sembra siano effettuate solo al fine di difendere un risultato già ottenuto e non raggiungere il reale accertamento dei fatti”.

La scoperta del corpo di Liliana il 5 gennaio 2022 ha sollevato più domande che risposte, con errori procedurali commessi nei primi rilievi che hanno complicato ulteriormente la ricerca della verità. La contaminazione di prove cruciali e la mancata protezione della scena del ritrovamento hanno alimentato il dubbio e la speculazione sulle reali circostanze della morte di Liliana.

I risultati della nuova autopsia: quando arriveranno

Gli esiti dei nuovi accertamenti, tra cui una seconda autopsia eseguita dalla specialista Cristina Cattaneo al laboratorio Labanof di Milano, sono attesi con grande ansia. Questi risultati potrebbero fornire dettagli fondamentali per comprendere meglio cosa sia accaduto a Liliana, chiarire la presenza di segni sul suo corpo e sul viso, e determinare se il corpo sia stato in qualche modo occultato prima di essere trovato.

Le domande poste dalla famiglia Resinovich e dagli inquirenti cercano di penetrare il velo di mistero che circonda il caso: perché Liliana presentava quei segni? Il suo corpo è stato conservato o nascosto prima del ritrovamento? Qual è stata la data esatta della sua morte? La mancanza di dati cruciali come la temperatura del corpo al momento del ritrovamento rende queste domande ancora più pressanti.

I prossimi 90 giorni, tempo stimato per i risultati della nuova autopsia, saranno determinanti nel fornire risposte attese da tempo. La speranza è che la luce della verità possa finalmente fare giustizia per Liliana Resinovich e offrire un qualche grado di consolazione alla sua famiglia devastata dal dolore. La comunità segue con attenzione e speranza il proseguimento delle indagini, auspicando che ogni sforzo porti a scoprire cosa sia realmente accaduto in quei fatidici giorni di dicembre del 2021.

Le dichiarazioni di Visentin e Claudio Sterpin

A chi l’Ha Visto ha di nuovo parlato il marito della donna, Sergio Visentin: “Claudio Sterpin si è inventato questa relazione con mia moglie – aveva dichiarato Sebastiano Visentin -. Io non metto in dubbio che dentro di lui ci sia stata quest’idea di Liliana. Sul blocco del telefono? Lei mi diceva che c’era qualcuno che un po’ la assillava. Quando ho visto il numero sul suo cellulare ho telefonato e sentivo ansimare. Ecco perché l’ho bloccato”.

Il legale di Sterpin, a Chi l’Ha Visto, ha dichiarato: “Io ho chiamato e basta, mi aspettavo una risposta da parte di Liliana, ovvio. Ho sentito la voce di un uomo e quindi mi sono impressionato certo. Come poteva morire a casa mia? Io l’ho chiamata che già non rispondeva. Il mio ruolo era quello di aspettarla a casa quel giorno. Doveva arrivare con un piccolo ritardo ma niente di più”.

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