(Adnkronos) – La Guardia di finanza, su richiesta della procura di Milano – procuratore aggiunto Eugenio Fusco e pm Cristian Barilli -, ha eseguito una serie di acquisizioni nelle sedi di Oreo, Dolci Preziosi e Trudy e nelle società di Chiara Ferragni coinvolte nell’indagine che vede indagata per truffa aggravata l’influencer. L’attività, che si è svolta con la piena collaborazione delle parti, ha permesso di acquisire mail e documenti che dovranno essere valutati attentamente prima di passare agli eventuali interrogatori dei protagonisti delle iniziative commerciali e di beneficenza.
Lo scorso 18 gennaio il Codacons aveva chiesto di indagare anche sull’operazione ‘Oreo’ in cui l”influencer aveva pubblicizzato attraverso Instagram la creazione di una capsule collection (linea di abbigliamento in edizione limitata ritraente il biscotto Oreo) a marchio Oreo by Chiara Ferragni in cui il ricavato delle vendite sarebbe andato in beneficenza per iniziative contro il covid.
Un presunto connubio tra beneficenza e sponsorizzazioni su cui la società Mondelez Italia, titolare del marchio Oreo, aveva subito preso le distanze spiegando che l’imprenditrice digitale aveva deciso “autonomamente, al di fuori dell’accordo commerciale in essere, di donare in beneficenza l’ammontare derivante dai proventi della vendita della parte della capsule collection nella sua disponibilità. Venuti a conoscenza della sua decisione di procedere in tal senso, anche Oreo ha deciso di effettuare una donazione allo stesso ente (Cesvi a favore dell’emergenza Coronavirus)”.
Un rapporto su cui ora la procura di Milano vuole fare chiarezza, procura che indaga anche sull’operazione di beneficenza con la Balocco, per le uova pasquali per Dolci Preziosi e per la bambola in collaborazione con Trudi lanciata sul mercato nel 2019.
Le acquisizioni odierne riguardano anche le due società riconducibili alla Ferragni (Fenice srl e Tbs Crew), società multate dall’Antitrust che aveva contestato la pubblicità ingannevole per l’iniziativa ‘Pandoro Pink Christmas’, il pandoro ‘griffato’, con cui si lasciava intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da osteosarcoma e sarcoma di Ewing.
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