Saman, la sentenza appena arrivata: la Corte d’Assise condanna all’ergastolo solo i genitori. Il cugino la sfanga con soli 14 anni

Il padre di Saman piange: ‘Era il mio cuore, non l’ho uccisa, non sono un animale’. ‘Mia figlia intelligente ma diceva anche bugie’

Ergastolo per il padre Shabbar Abbas e per la madre Nazia Shaheen.

Quattordici anni allo zio, Danish Hasnain. Assolti i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq, di cui ĆØ stata ordinata l’immediata liberazione. Lo ha deciso la Corte di assise di Reggio Emilia nel processo sull’omicidio della 18enne Saman Abbas, dopo quasi cinque ore di camera di consiglio.

Le dichiarazioni del padre di Saman in aula prima della sentenzaĀ 

Mai nella vita mia ho pensato di uccidere mia figlia. Neanche gli animali fanno queste cose. Signori giudici non ho mai pensato queste cose”. E’ scoppiato a piangere Shabbar Abbas, quando da alcuni minuti stava parlando ai giudici della Corte di assise di Reggio Emilia. “Era mio cuore, mio sangue, ho portato qua il mio cuore e il mio sangue. Non ammazzo figli, non sono un animale. Neanche da pensare”, ha aggiunto l’uomo in dichiarazioni spontanee.

Ho sentito tante parole false.Ā Non ĆØ vero che sono persona ricca, non ĆØ vero che sono una persona mafiosa. Non ĆØ vero che ho ammazzato una persona qua, una in Pakistan. Non ĆØ vero che sono andato a casa di Saqib (il fidanzato di Saman, Ndr) a minacciare. Anche questo ĆØ falso, come quelli che dicono ‘ha ammazzato la figlia ed ĆØ scappato via'”, ha aggiunto, parlando in italiano.

Saman, diciottenne pakistana, ĆØ stata uccisa nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara, dopo aver rifiutato un matrimonio combinato. Proprio ieri avrebbe compiuto 21 anni.

Secondo il padre della giovane,Ā quello tra Saman e Saqib, il fidanzato della giovane, “non era amore, noi diciamo che non era una bella cosa. Tutti noi parenti eravamo arrabbiati”. L’uomo ha spiegato che in particolare ai familiari non piaceva il fatto che i giovani postassero le foto sui social.

“Saman era molto intelligente, forte, poi diceva anche bugie.Ā Mia figlia ha detto bugie. Anche questo mi fa male”, ha detto Shabbar. “Signori giudici, i genitori mai pensano male per i figli, anche io non ho mai pensato il male per mia figlia. Sempre le volevo bene, sempre ho lavorato in campagna, sotto le serre, mai sono andato a rubare”.

Parlando del figlio – e fratello di Saman – grande accusatore dei cinque imputati davanti alla Corte di assise per l’omicidio della 18enne, Shabbar Abbas ha detto: “La sua lingua ha parlato, il suo cuore non ha parlato.Ā Lui ha detto tutte le bugie, quelle dell’avvocato, dei servizi sociali, dei carabinieri, quelle che avete sentito tutti. Non ha detto la veritĆ . E’ un ragazzo cosƬ”.

“Io non sapevo perchĆ© mia figlia venivaĀ portata via dai servizi sociali. Quando andavo dai carabinieri, mi dicevano ‘aspetti fuori. Vai a casa’. Pensavo che fosse perchĆ© ero straniero, pachistano e che a loro non fregava niente. Quando tornavo a casa mia moglie lei mi diceva ‘cosa hanno detto’, e io le dovevo dire delle bugie, le dicevo che la settimana dopo avremmo saputo. Lei piangeva, batteva la testa contro il muro”. Lo ha raccontato Shabbar Abbas, in un passaggio delle sue dichiarazioni alla Corte di assise di Reggio Emilia. “Signori giudici, questi servizi sociali non pensano ai minorenni, non li trattano bene. Questi escono, fumano. E’ un disastro. Rovinano la vita dei bambini”, ha aggiunto.

Vorrei capire anche io chi l’ha ammazzata, chi ĆØ venuto a prenderla quella sera. La vita mia adesso ĆØ sempre piangere, mia figlia non c’ĆØ piĆ¹, ĆØ morta mia figlia”. CosƬ il padre di Saman, nelle lunghe dichiarazioni fatte tutte a braccio ai giudici di Reggio Emilia, in un italiano imperfetto ma seguendo il filo degli ultimi giorni di vita della figlia, in particolare il 29 e il 30 aprile 2021 e dei giorni successivi, quando con la moglie tornĆ² in Pakistan. Il primo maggio avrebbe ricevuto, ha detto, un messaggio dal numero di Saman che gli diceva: “Sto bene, dopo ti chiamo”.

La sera del 30 aprile 2021, l’ultima della vita di Saman,Ā la ragazza avrebbe detto al padre che doveva uscire perchĆ© un’amica sarebbe passata a prenderla. Lo ha raccontato Shabbar. “Pensai che veniva a prenderla Saqib, ne ero sicuro, oppure che avrebbe mandato qualcuno”. Shabbar e la moglie, allora, secondo il racconto dell’imputato, avrebbero cercato di convincere la figlia a non andare: “Non volevamo che andasse via nel cuore della notte”. “Lei non voleva stare, aveva giĆ  il programma di andare, si ĆØ cambiata i vestiti, ha preso lo zaino ed ĆØ andata fuori”, ha detto. La moglie, ha ricostruito, sarebbe andata un po’ avanti, “c’era buio”, e Saman non voleva che i genitori vedessero chi doveva passare a prenderla. “Mio figlio dice che ha visto le facce” dello zio Danish e dei cugini: “Non lo so. Lui era dentro la sua camera, guardava il suo cellulare. E’ falso che era sulla porta”. Poi, “quando sono uscito la seconda volta, sono arrivato fino alle serre, non ho visto niente. Saman non c’era. Sono tornato dentro e ho pensato questa volta ĆØ andata via. Hanno detto: piangevano. E’ vero: non era una cosa normale”.

La Procura reggiana avevaĀ chiesto condanne all’ergastolo per i genitori, 30 anni per gli altri.

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