La mossa della riduzione del canone Rai dietro la furia degli eredi Berlusconi contro Meloni? L’abbassamento dell’odiosa tassa consente alla RAI di alzare il tetto del 6% alla pubblicità che oggi vincola l’emittente pubblica

Estratto dell’articolo di Antonella Baccaro per https://roma.corriere.it

La Rai prepara la controffensiva sul taglio del canone in bolletta da 90 a 70 euro, entrato, a sorpresa, nella legge di Bilancio. E tra le ipotesi c’è la richiesta di alzare il tetto del 6% alla pubblicità che oggi vincola l’emittente pubblica, una mossa che non gioverebbe alle reti concorrenti, a partire da Mediaset.

Se ne è parlato ieri nel consiglio di amministrazione Rai che ha approvato la semestrale. Secondo alcune ricostruzioni, i vertici della Rai avrebbero appreso del taglio in bolletta dall’annuncio pubblico del leader della Lega, Matteo Salvini. In particolare l’articolo 8, che la sera prima non compariva nel testo, sarebbe spuntato nell’indice generale il giorno dopo, quello della conferenza stampa leghista, senza essere stato concordato nella commissione che lo stesso ministro leghista dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva costituito sul tema. La blindatura della misura con l’annuncio di Salvini avrebbe impedito a Meloni di intervenire.

Ora però la Rai si ritrova con 20 milioni di euro in meno (gran parte del taglio verrà recuperato dalla fiscalità generale), e senza quei 110 milioni di cui l’amministratore delegato Roberto Sergio aveva chiesto la restituzione, visto che di solito vengono prelevati dal gettito del canone e girati al Fondo per l’editoria. Non solo. Il taglio vale per un solo anno, così la Rai non avrà certezza di risorse per i restanti quattro anni di durata del contratto di servizio.

Che fare? Una riduzione del personale è da escludere senza un meccanismo incentivato di prepensionamenti. Sono possibili ritocchi al ribasso sul contratto di servizio. Oppure l’innalzamento del tetto pubblicitario imposto alla Rai. L’ipotesi fa storcere il naso alla concorrenza privata, i cui introiti sono esclusivamente pubblicitari. Di certo non piace a Mediaset, tanto meno adesso dopo le tensioni con Palazzo Chigi sul caso Giambruno. C’è da dire che i conti del 2023 non sono in pericolo: il pareggio è certo e ci sarà anche una piccola riduzione dell’indebitamento a 615-620 milioni. Più problematico si presenta il 2024, che è l’anno in cui la Rai si sobbarcherà i costi dei diritti dei grandi eventi sportivi.

Intanto il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, sarà audito in commissione di Vigilanza Rai insieme con il direttore dell’Approfondimento, Paolo Corsini. […] dopo la puntata sull’eredità di Berlusconi di lunedì scorso […] Per il M5S la convocazione di Ranucci «rappresenta un atto intimidatorio […]».

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