La mattanza dei cuori scoppiati: nella sola zona di Padova sono saltati due medici ed un docente universitario. Tutti allo stesso modo, età media di 54 anni

Malore improvviso, muore a 54 anni professore dell’Università di Padova

Andrea Tortella era associato al Dipartimento di Ingegneria Industriale a Padova. Nel Cortile del Bo si terrà l’alzabara

da Il Mattino di Padova del 6 settembre 2023

Andrea Tortella, professore associato di Convertitori, macchine e azionamenti elettrici all’Università di Padova, si è spento all’improvviso all’età di 54 anni. Il lutto è avvenuto domenica scorsa.

Il professore universitario viveva a Este, in via Vascon. Ha dedicato la propria vita alla ricerca e all’insegnamento nell’ambito dell’ingegneria elettrica. Il suo collega e amico, il professor Mauro Andriollo, lo ricorda così: «Abbiamo lavorato insieme per lo più nel campo dei trasporti a levitazione magnetica.

Adesso stavamo lavorando su un prototipo di attuatore elettrico per un cuore artificiale.

Lo conosco da trent’anni. Era un collega, ma anche e soprattutto un amico, con il quale ho sviluppato un rapporto fraterno. Questa notizia è stata un fulmine a ciel sereno, per me ma anche per tutti i colleghi del Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Padova».

Assistente dal 1998, era diventato professore associato nel 2011.

Continua il collega e amico: «Ci eravamo visti venerdì sera e non più tardi di domenica pomeriggio mi informava di aver corretto alcuni compiti dei suoi studenti. Nessuno se l’aspettava».

Il professore Tortella è stato coautore di numerose pubblicazioni, principalmente su riviste internazionali, e di due libri su trasformatori e su macchine elettriche rotanti; è stato anche revisore per varie conferenze e riviste, tra cui Industry Application e Industrial Electronics. Ha collaborato con aziende private in qualità di supervisore scientifico e ha sempre tenuto convegni, seminari e corsi.

Nel 2011 presentò una domanda di brevetto italiano su una configurazione di motore a magneti permanenti monofase, che nel 2013 venne approvata.

Nel corso della sua carriera, ha ricevuto quattro “paper awards” – riconoscimenti legati al mondo della ricerca – a convegni internazionali e uno a un convegno nazionale (Ansys Italy General User Meeting 2013).

Il professor Andrea Tortella lascia la moglie Serena, la mamma Renata e il papà Vittorio, la sorella Barbara con Daniele e i nipoti Alessandro e Nicolò. Il rito accademico dell’alzabara si terrà nel Cortile Antico di Palazzo del Bo giovedì prossimo alle 9. Seguirà il funerale nel Duomo di Santa Tecla, nella sua Este, alle 11.

Tratto da Polesine 24 del 5 settembre

Una tremenda notizia ha scosso l’ambiente accademico e medico di Padova: Florinda Ferreri, professoressa associata all’Università di Padova, è deceduta all’età di soli 46 anni dopo una breve malattia. La profonda tristezza per la sua prematura scomparsa si è diffusa tra familiari, colleghi e amici. Florinda Ferreri non era solo una brillante mente accademica, ma anche una devota moglie e madre. La sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile nella vita di chiunque abbia avuto il privilegio di conoscerla. La notizia della sua morte è giunta domenica, gettando nel dolore coloro che avevano condiviso con lei anni di studio e di impegno nella Clinica Neurologica dell’Azienda Ospedale-Università di Padova.

La professoressa Ferreri, docente al Dipartimento di Neuroscienze dell’Università, era nota non solo per la sua competenza professionale ma anche per la sua gentilezza e il suo spirito solare. Il suo sorriso contagioso trasmetteva sempre un sincero entusiasmo per il suo lavoro e la sua vita. Il direttore del Dipartimento di Neuroscienze, Raffaele De Caro, ha espresso profondo cordoglio per la perdita della collega, così come il direttore della Clinica Neurologica, Maurizio Corbetta, e il professor Angelo Antonini, che avevano lavorato a stretto contatto con Florinda Ferreri.

La sua carriera accademica si focalizzava principalmente sullo studio delle malattie neurodegenerative. Il professor Antonini ha ricordato come la professoressa avesse iniziato la sua collaborazione con l’Università di Padova nel 2018, portando con sé una profonda competenza nel campo della neurofisiologia. Grazie al suo contributo, il centro di ricerca è stato riconosciuto come uno dei principali Centri specializzati di Neurofisiologia in Italia. Florinda Ferreri si era distinta come esperta di neuromodulazione, una procedura finalizzata a stimolare la corteccia cerebrale nei pazienti affetti da malattie neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer. La sua dedizione alla pratica clinica e alla ricerca le aveva guadagnato grande rispetto sia tra i colleghi che tra i pazienti, grazie alla sua sensibilità e apertura nel costruire relazioni significative.

La professoressa Ferreri aveva instaurato numerose collaborazioni di alto profilo a livello internazionale ed era diventata una figura di riferimento nel suo campo di studio. Il suo lavoro aveva portato a risultati significativi, contribuendo all’avanzamento della conoscenza in ambito neurologico. Florinda Ferreri, originaria di Roma, aveva trascorso le ultime settimane nella sua città natale, dove la malattia aveva assunto un carattere più aggressivo.

tratto da Padova oggi del 5 settembre

«Con Piero Realdon la sanità veneta, non solo quella padovana, perdono un raro esempio di umanità, preparazione professionale, dedizione al lavoro. Un esempio che mi auguro sarà seguito dai giovani medici che si avviano a intraprendere questa difficilissima ma anche gratificante professione»: così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia ricorda la figura del dottor Piero Realdon, direttore della funzione territoriale dell’Ulss 6 Euganea e direttore del distretto socio-sanitario Terme Colli, mancato improvvisamente nel week-end.

Luca Zaia

«Passione e professionalità – aggiunge Zaia – sono i tratti che hanno caratterizzato l’intera vita di questo straordinario medico, non a caso amatissimo da colleghi e cittadini. È questo che fa di lui una grande figura, non solo professionale, ma anche umana, con quel suo tratto elegante, il sorriso sempre sulle labbra, la totale disponibilità a mettersi a disposizione ogniqualvolta il suo intervento fosse necessario. La sanità veneta, non solo quella padovana, perdono una pedina preziosa della loro organizzazione. Al figlio, ai familiari, e a tutta la gente che lo ha conosciuto e gli ha voluto bene, rivolgo il mio più profondo sentimento di cordoglio».

Domenico Crisarà

Profondamente colpito anche il residente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Padova, Domenico Crisarà: «Con il dottor Piero Realdon se ne va prima di tutto un amico e un galantuomo. E se ne va un grandissimo professionista che davvero aveva a cuore il Servizio Sanitario regionale ed in particolare le cure territoriali. La sua grande professionalità è stata dimostrata durante il Covid momento drammatico durante il quale, grazie al suo lavoro, sono stati possibili i risultati di assistenza che questa Azienda e la regione tutta hanno ottenuto nei difficilissimi anni di pandemia. Egli era un professionista che si è sempre battuto per lo sviluppo delle cure primarie territoriali con lungimiranza e visione, dando una impronta forte ai servizi di assistenza domiciliare rivolta in particolare alla cronicità e alla terminalità. Il dottor Piero Realdon lascia un vuoto incolmabile nel cuore delle persone che gli hanno voluto bene e un vuoto di pensiero in questo momento critico per la Sanità regionale».

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