Amatrice ancora a pezzi nel settimo anniversario del sisma: Meloni promette un cambio di passo. Ma tranquilli, i soldi ci sono solo per Kiev e Bruxelles

Amatrice, sette anni fa il terremoto. Meloni: “La ricostruzione incompiuta fa male, governo a lavoro per un cambio di passo”
La premier: «Ferita ancora aperta. Diversi ritardi da colmare e le criticità che rimangono da affrontare»

tratto da La Stampa
Con 239 rintocchi la cittadina al confine tra Lazio e Abruzzo ricorda le vittime del sisma delle 3.36 del 24 agosto 2016. Sette anni sono passati dal devastante terremoto che ha scosso il cuore dell’Italia centrale. In quella fatidica notte, una potente scossa tellurica ha innescato una catena di eventi distruttivi che ha persistito fino ai primi giorni del 2017, coinvolgendo un’ampia porzione del territorio nazionale.

«Quattro le Regioni colpite, più di trecento vite spezzate, centinaia di feriti, decine di migliaia di sfollati, borghi e città interamente distrutti o gravemente danneggiati – si legge in una dichiarazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni – Meravigliosi “luoghi dell’anima” – da Amatrice a Norcia, da Accumoli ad Arquata, da Visso a Castelsantangelo sul Nera, da Ussita a Pescara del Tronto, e tanti altri – che sono nel cuore di tutti noi. Una vera e propria catastrofe che rimarrà per sempre nella nostra memoria collettiva. In questo anniversario rinnoviamo il nostro cordoglio per le vittime e la vicinanza alle loro famiglie e ai loro cari. Purtroppo, a sette anni dal terremoto la ricostruzione è ancora incompiuta. È una ferita che non si è chiusa e fa ancora male».

«Il Governo sta operando per imprimere un cambio di passo, dalle norme ai cantieri. Il lavoro di squadra tra il Ministro per la Protezione Civile Musumeci, il Commissario Castelli e la Struttura commissariale, le Regioni coinvolte e i 138 Comuni del cratere sta dando buoni risultati», prosegue Meloni.
«In questi mesi, dopo gli anni della pandemia e lo shock dei prezzi dovuto all’inflazione, si è dato un nuovo impulso alla ricostruzione privata e sono state poste le basi per velocizzare quella pubblica, snellendo le procedure e sostenendo concretamente i soggetti attuatori nelle attività di progettazione e sviluppo delle opere pubbliche. A questo lavoro – continua Meloni – si accompagna l’impegno prioritario per l’infrastrutturazione stradale delle aree dell’Appennino centrale, per troppi anni dimenticate e trascurate, con investimenti che raggiungono il miliardo di euro, e per porre le condizioni per nuove attività economiche e sociali».

Da questo punto di vista, «l’avanzamento puntuale e il riscontro al programma “NextAppennino”, finanziato dal Piano Nazionale Complementare del PNRR per le aree sisma 2009 e 2016, sta dimostrando che è possibile mettere a terra le risorse pubbliche per stimolare investimenti privati e gettare le basi di un nuovo sviluppo. Molto – conclude la premier – rimane da fare per rispondere al desiderio dei nostri connazionali di continuare a vivere dove sono nati e cresciuti. L’Appennino centrale è il cuore d’Italia e chi lo vive è un popolo orgoglioso e capace di rialzarsi. Il nostro dovere è sostenere questo percorso di rinascita sociale ed economica con risposte concrete e interventi efficaci. Perché ricostruire i territori colpiti dal terremoto non è solo un obbligo morale delle Istituzioni, ma può rappresentare anche uno straordinario volano per l’economia nazionale. Una sfida enorme ma che, tutti insieme, possiamo vincere».

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