Caro Cecchi Paone sei ignorante anche in materia di adozione: Mario Adinolfi inchioda il parassita e la feccia mainstream che gli da corda sulla vicenda della figlia del fidanzatino pupazzo

di Mario Adinolfi da Facebook

Dunque, il ragazzino con cui sta Cecchi Paone era ovviamente eterosessuale.

Di più: a 22 anni è anche papà di una bimba di 5.

Che subito Cecchi Paone dice di voler adottare.

Ma da quando in qua si adottano i bambini che hanno una mamma e un papà riconosciuti? E ancora: per legge non si consente l’adozione a chi ha sessant’anni più dell’adottabile.

Che peraltro non è adottabile, avendo entrambi i genitori.

E ora si potrebbe farla finita con le pagliacciate televisive e restituire quel povero ragazzo alla sua vita vera, che mi pare già abbastanza complessa?

La narrazione edulcorata dei fatti, le opacità, gli altarini che si scoprono quando vai davvero a vedere quel che accade in queste sedicenti “famiglie arcobaleno” che sono le nuove famiglie del Mulino Bianco secondo giornali e tv sono segni dei tempi.
Leggete come il Corriere della Sera racconta la storia di queste due che che hanno sei figli dai rispettivi compagni, li lasciano e si “sposano”. Il racconto è stucchevole, tutto rose e fiori. Ma davvero ci vogliono far credere che dei figli adolescenti non hanno sofferto nulla per la separazione dei genitori, per aver perso i padri allontanati da casa e aver guadagnato le fantomatiche “due mamme”? Davvero il giornalismo italiano vuole continuare a scrivere il falso, ad aver paura di raccontare la verità, rifugiandosi nella più ossessionante delle propagande, tutta bugie e ideologia?

 Silvia e Marcia, le nozze da mamme con sei figli: «Rifiutate dal nostro Comune. Da ragazzine ci evitavamo, poi l’amore»

Nel giorno della Festa della Mamma, domenica 14 maggio, due donne hanno coronato il loro sogno di coppia, suggellando ufficialmente il loro amore circondate dai loro sei figli. «Riguardando le foto del matrimonio la prima cosa che si nota è la felicità negli occhi dei bambini. Tre seduti da un lato e tre dall’altro, in un abbraccio simbolico e speciale rivolto alle loro mamme durante tutta la cerimonia», racconta emozionato il consigliere di San Pietro in Gu, Michele Carli, che ha officiato l’unione civile, la prima del Comune padovano. A scambiarsi il sì la scorsa domenica pomeriggio nella sala consigliare del municipio guadense sono state Marcia Cristina Serena, 33 anni, e Silvia Occini, di 38. Residenti nella vicina San Giorgio in Bosco, le due donne hanno unito così legalmente le loro due famiglie, creando un grande agglomerato d’amore capace di superare pregiudizi e malelingue. Silvia è mamma di due figli di 15 e 10 anni; Marcia invece ha quattro figli: hanno 14, 12, 10 e 6 anni. Sia Silvia che Marcia avevano dei compagni prima, padri dei loro figli, ma quando un’amicizia ventennale si è trasformata in amore, la famiglia si è naturalmente allargata.

Silvia, che effetto le fa chiamare Marcia «moglie»?
«Fa strano e non sono ancora abituata. Però mi riempie il cuore, mi riscalda da dentro: è bellissimo finalmente dire quella parola a voce alta».

Quando vi siete conosciute?
«Ci siamo conosciute 20 anni fa durante un campeggio. Io ero l’animatrice di Marcia e, in tutta onestà, ci stavamo anche antipatiche, ci evitavamo il più possibile».

Ma poi vi siete reincontrate.
«Dopo quel primo incontro ci siamo sempre tenute in contatto ma ognuna ha preso la propria strada. Ci scambiavamo giusto un messaggio qua e là per aggiornarci, per annunciare le nostre gravidanze all’altra. Lo scorso settembre, però, qualcosa è cambiato. Avevamo bisogno l’una dell’altra in ogni momento del giorno, stavamo sveglie ore la notte per messaggiarci».

Che cosa vi ha spinto a fare il grande passo?
«In realtà è stato tutto naturale e fisiologico. l 13 novembre ci siamo scambiate il primo bacio. Un mese dopo le ho chiesto di sposarmi. Poi, il 13 febbraio me lo ha chiesto Marcia. Per mantenere la tradizione, a quel punto, abbiamo scelto come data del matrimonio il 13 maggio. L’incentivo, poi, è stato quello di poterci stare accanto nei momenti difficili. Entrambe abbiamo problemi di salute, nulla di grave, ma dopo un mio ricovero in ospedale un paio di mesi fa mi sono sentita dire che Marcia non poteva entrare, perché per me lei non era nulla sulla carta. Mi sono arrabbiata molto, ma questo è il mondo in cui dobbiamo vivere per ora».

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