Berlusconi solo come un cane! Questo il risultato di aver lasciato il partito-azienda in mano a Kiss me Licia: senatori azzurri pronti a lasciare Forza Italia

Estratto dell’articolo di Andrea Bulleri per “il Messaggero”

FORZA ITALIA È VICINA ALLA SCISSIONE – SONO ALMENO TRE I SENATORI PRONTI A LASCIARE IL BERLUSCONI RONZULLIZZATO: LA CASELLATI, LOTITO E CLAUDIO FAZZONE POTREBBERO MOLLARE IL CAV E L’EX INFERMIERA AL LORO DESTINO. IL PRESIDENTE DELLA LAZIO È GIÀ PRONTO A PASSARE CON LA MELONI, FAZZONE CON “ITALIA VIVA” E L’EX PRESIDENTE DEL SENATO PENDE VERSO LA LEGA. IN QUANTI LI SEGUIRANNO SE “FARSA ITALIA” SCEGLIE LA ROTTURA CON LA MELONI? – GLI SCHIERAMENTI PRO E CONTRO “KISS ME LICIA” E LO SPETTRO DI ALFANO

Ricucitori contro barricaderi. Meloniani versus amici di Ronzulli. Sono due le anime che in queste ore si fronteggiano dentro Forza Italia. Quello che per gli storici della politica nacque come il «partito azienda» e che oggi invece si riscopre diviso. Spaccato a metà. Al punto che tre senatori potrebbero essere sul punto di lasciare, se lo scontro arrivasse alle estreme conseguenze.

Perché se tutti, tra gli azzurri, proclamano fedeltà a Silvio Berlusconi, da giorni ormai gli animi non sono ugualmente ben disposti verso la plenipotenziaria del Cavaliere, Licia Ronzulli. […] Un nome che continua a creare contrasti, dentro FI.

Lei, in serata, ha diffuso una nota […] ma i malumori restano. Secondo molti dentro Fi, un timoniere come Ronzulli potrebbe esporre la pattuglia forzista a una navigazione agitata. Un po’ come è successo alla prima prova di giovedì, quando La Russa è arrivato allo scranno più alto del Senato anche senza i voti di Forza Italia.

Dunque, figurarsi che altro potrebbe succedere nelle prossime settimane se Licia fosse lasciata a briglie sciolte. Certo, anche lei ha i suoi sostenitori. Come Alberto Barachini, che con Ronzulli andò a trattare in via della Scrofa sui posti da ministro a FI. E poi Dario Damiani, Roberto Rosso e Paolo Zangrillo. Favorevole alla linea dura anche Gianfranco Micciché.

Sull’altra sponda, dalla parte dei pontieri Maurizio Gasparri, Francesco Paolo Sisto, Stefania Craxi. Oltre a Elisabetta Casellati, unica forzista insieme a Berlusconi che al voto sulla presidenza del Senato ha scelto di partecipare. Con lei, tra i più agguerriti, il presidente della Lazio Claudio Lotito, pronto secondo i rumors a traslocare armi e bagagli in FdI. Mentre Claudio Fazzone, se tutto precipitasse, potrebbe migrare dentro Italia Viva.

Più nebulosa, invece, l’eventuale destinazione dell’ex presidente del Senato, forse verso la Lega.

Frattura che inevitabilmente si ripropone anche alla Camera. Con l’ex presidente dei deputati Paolo Barelli e il coordinatore nazionale Antonio Tajani accreditati sulla tolda di comando dei ricucitori. Mentre più vicini a Ronzulli sarebbero big come Alessandro Cattaneo. E poi Giorgio Mulè, indicato in queste ore come possibile capogruppo a Montecitorio.

Una frattura che, se dal vertice di questa mattina non uscirà la pace tra Berlusconi e Meloni, c’è chi teme possa essere portata alle estreme conseguenze. È lo scenario dell’Armageddon, per FI: quello della scissione dei gruppi. […] Ipotesi le cui quotazioni si impennerebbero qualora il Cavaliere dovesse ripensarci e decidere per l’all-in, la salita da solo al Quirinale per le consultazioni.

Dalle prime file azzurre bollano la questione come «un tema che non esiste». Eppure tra i parlamentari si aggira lo spettro di un copione già visto. Quello del 2013. Quando il Cavaliere, all’epoca in maggioranza con il Pd nel governo delle larghe intese di Enrico Letta, fu disarcionato dal suo scranno senatoriale dalla legge Severino. E poco dopo decise di staccare la spina all’esecutivo. Governo che però fu salvato dall’addio al partito (che allora si chiamava Popolo della libertà) della truppa di Angelino Alfano, che dette vita al Nuovo centrodestra. […]

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