Speranza senza ritegno: va in tv a fare il fenomeno, riesce a farsi piallare persino da una Boschi e da un Sallusti qualsiasi

“Scusi, ministro, ma lei che credibilità ha”? Il direttore di LiberoAlessandro Sallusti lascia con un palmo di naso  il ministro della Salute, Speranza. Siamo nel salotto di La7, “Di martedì“, condotto da Giovanni Floris. Sallusti, analizzando il risultato del voto, parte lancia in resta contro Speranza mettendolo in seria difficoltà e pungendolo sulle sue scelte politiche: “Lei, signor ministro, che credibilità pensa di avere in futuro dato che è stato sia con Draghi che con i 5 Stelle?”. E già, perché ascoltare con quale prosopopea discetta sul futuro governo fa molto arrabbiare. Si è passati dall’attacco personale alla Meloni e al centrodestra all’attacco preventivo sulla “paura” di come governerà. Pertanto la domanda del direttore di Libero è più che opportuna. Con quale credibilità da rivendicare Speranza parla?

Sallusti e la “zampata della Boschi contro Speranza

Speranza rimane per un attimo perplesso. C’è chi come lui rivendica l’incoerenza di passare indenne da un governo all’altro; e chi ora rivendica l’indicazione di voto lineare con cui gli italiani hanno scelto forze politiche coese e alleate in quasi tutta Italia.  Sallusti ha sottolineato infatti con una sola frase l’incoerenza politica del ministro. Ma Speranza ha la risposta pronta: “La informo che il principale partito che ha sostenuto il governo Draghi è il Movimento Cinque Stelle”, replica Speranza. Risposta deboluccia. E infatti si forma una strana triangolazione. E’ lì in studio da Floris un’avvelenata Maria Elena Boschi che va ad avvalorare la tesi Sallusti. Infatti si intromette e replica a Speranza facendogli notare un piccolo grande particolare: sì, certo, proprio un bel sostegno quello dei grillini: “I cinque Stelle hanno fatto cadere il governo Draghi“. Speranza in evidente difficoltà batte in ritirata, non risponde.

A Speranza non resta che l’imbarazzo

E del resto ogni risposta sarebbe prematura e inopportuna. E’ il voto degli italiani che ha tolto a lui, come a tutta la sinistra, la parola. Il Pd e la “ditta” sono in ebollizione di fronte a un dilemma amletico: allearsi all’opposizione con i 5 Stelle, il partito che ha tolto la poltrona di palazzo Chigi a Draghi? Oppure andare avanti da soli senza l’asse con i grillini? Per questo, per Speranza è stato meglio tenersi l’imbarazzo. Dato che non solo al Nazareno, ma anche dalle parti della sinistra radicale di Speranza & Co. si è aperto il dibattito durissimo. Cosa si vuole essere. O non essere.

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