Condimenti pronti, il famoso pesto finisce nel mirino: ecco cos’hanno scoperto. Li hanno comparati e solo tre prodotti su 14 analizzati sono impeccabili

I sughi al pesto prodotti a livello industriale possono contenere delle sostanze che fanno male alla salute. Un nuovo test sui sughi al pesto è stato condotto in Svizzera: il giornale «K-Tipp» ha analizzato diverse marche presenti in Italia e i risultati mostrano che solo tre prodotti su 14 analizzati sono, come dire, «impeccabili».

Nei giorni scorsi sono stati pubblicati i risultati di un nuovo test compiuto da una rivista Svizzera, K-Tipp, che aveva per oggetto il pesto italiano e le tracce di pesticidi in esso contenute. Tanto per cominciare chiariamo prima quali sono gli ingredienti che non possono mancare: basilico, pinoli, parmigiano reggiano, pecorino, olio d’oliva, aglio e sale. I pesti che si trovano al supermercato certamente non sono come quello fresco preparato in casa, ma comunque devono essere sicuri. Vale a dire non devono nuocere alla salute.

La rivista «K-Tipp» ha analizzato 14 sughi al pesto venduti anche in Svizzera, ma che si trovano anche nei supermercati italiani. Le analisi di laboratorio hanno mostrato che oltre agli ingredienti base per il pesto, i produttori spesso ne aggiungono altri, come patate, bambù, mais, sorbato di potassio, zucchero e aromi vari. Stando allo studio solo 3 prodotti su 14 sono promossi a pieni voti. Viceversa 5 pesti sono risultati non soddisfacenti per la presenza di sostanze inquinanti. Elementi dannosi per l’ambiente come azoxystrobin, dimetomorfo e mandipropamide.

Gli esperti svizzeri, come riferisce “La Tua Dieta Personalizzata”, dicono che “8 dei 14 prodotti testati contenevano piraclostrobina altamente tossica. Secondo il database dei pesticidi dell’Università dell’Hertfordshire, su questa sostanza c’è massima allerta in quanto può danneggiare la riproduzione e lo sviluppo umano”.

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Nel pesto di Sapori d’Italia è stato trovato un fungicida considerato neurotossico e interferente endocrino. Specifichiamo che nessun prodotto analizzato dalla rivista però ha superato i livelli massimi di legge per i pesticidi negli alimenti. Un altro pesto analizzato è quello di Naturaplan, che presentava alte concentrazioni di nitrati. “Letto Quotidiano” scrive che nell’elenco figura anche il Pesto Barilla, che sarebbe risultato contaminato da oli minerali e pesticidi. L’azienda ha replicato che il risultato relativo agli oli minerali potrebbe essere dovuto all’alto contenuto di olio d’oliva; quello riguardante i pesticidi, invece, sarebbe dovuto all’alta suscettibilità della pianta del basilico ai funghi.

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