In piazza contro Draghi: finalmente qualcosa si muove. Taxisti infuriati contro il governo bloccano il centro di tutte le principali città italiane

Roma, la furia dei tassisti contro il governo di Mario Draghi. Sciopero e corteo a Roma

La rabbia dei tassisti di tutta Italia “sfila” nel centro della Capitale. “La licenza non si tocca”, urlano in coro con striscioni, bandiere e fumogeni. “É una questione che non riguarda solo noi come categoria. Stiamo protestando contro questa liberalizzazione per tutelare anche i cittadini che meritano tariffe adeguate e un servizio efficiente”, spiega il tassista Davide Bologna. “La multinazionale Uber vuole prendersi tutto il nostro settore e sappiamo bene che grazie ai paradisi fiscali non pagano le tasse come noi. Siamo 40mila padri di famiglia che chiedono solo di poter lavorare – continua Bologna – Questa mattina due turisti giapponesi hanno chiamato Uber e per andare all’aeroporto hanno dovuto spendere 160 euro contro i 50 che avremmo fatto pagare noi. Questa è concorrenza sleale”. Il corteo, partito da piazza della Repubblica è diretto verso piazza della Madonna di Loreto. “Non vogliamo dare deleghe in bianco a un governo che secondo noi non rappresenta gli interessi dei lavoratori – dice Alessandro Genovese, responsabile nazionale Ugl Taxi – Per nove mesi, mentre scrivevano questo Art 10, abbiamo chiesto incontri per spiegare le nostre istanze, un servizio pubblico non può essere liberalizzato. Non lo diciamo noi, lo dice la Bolkestein, lo dice l’Europa. Un servizio pubblico a tariffa amministrata non può essere messo in concorrenza con soggetti che rappresentano solo il capitale. Ribadiamo al governo e alla viceministra Bellanova che siamo pronti al dialogo e ad aprire un tavolo per migliorare il servizio ma sicuramente non attraverso una legge delega ma come si fa nei Paesi democratici con una discussione che deve avvenire prima con le categorie e poi con il parlamento”.

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Sciopero taxi, “adesione totale” contro il Ddl concorrenza: in 200 bloccano il centro di Torino

Sciopero taxi, "adesione totale" contro il Ddl concorrenza: in 200 bloccano il centro di Torino
“Ora basta devono ascoltarci”. In testa alla lunga colonna di auto uno striscione con la scritta ‘Taxi Torino’ e cartelli contro il premier Draghi

Il tema è di nuovo il ddl concorrenza che, secondo la categoria dei taxi, danneggia il settore delegando a terzi la gestione del servizio “Siamo contrari a una riforma del settore che si basi solo su logiche economiche che nulla hanno a che fare con il servizio pubblico erogato, consegnando la gestione del settore a intermediari e relegando la funzione del tassista a quella di un fattorino su quattro ruote, sfruttato e senza diritti ma con tutti i rischi che sono a carico di un imprenditore”, aveva dichiarato Claudio Bontempi, di Cna Piemonte, annunciando la mobilitazione.

I tassisti torinesi si fermeranno oggi e domani. Il disegno di legge, secondo la linea di chi protesta, aumenta il potere delle piattaforme e delle app multinazionali. “Costringerà i vettori ad accettare condizioni di erogazione del servizio in contrasto con la tutela del lavoro e lo sviluppo dell’artigianato”, dice Carlo Baglione presidente per la categoria taxi di Confartigianato Imprese Piemonte.

Non è la prima volta che i taxi si fermano per ribadire la loro posizione contro il disegno di legge. Lo avevano già fatto a inizio maggio quando le auto del servizio si erano fermate per tre giorni organizzando cortei in città e in tangenziale.

A completare una giornata difficile per i trasporti questa sera dalle 18 alle 22 sciopereranno anche il bus Gtt per una mobilitazione indetta dalle Rsu settore Tpl urbano su temi aziendali. Sarà regolare il servizio della metropolitana.

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1 comment
  1. il nonno delle istituzioni non é arrivato per caso a Palazzo Chigi, il suo insediamento era pianificato da tempo – come scriveva il giornalista Francesco Amodeo in tempi non sospetti

    il vile affarista oggi ha un compito ben preciso da assolvere, un lavoro iniziato molti anni fa quando si trovava al ministero del tesoro, la sua mission é svendere il nostro paese alle multinazionali americane, e ci riuscirà grazie anche al supporto della sinistra, del centrodestra e dei 5 stelle, nel sostenere un governo che va avanti a colpi di fiducia

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