Giudice rossa, il governo costretto ad impugnare le sue sentenze che liberano i clandestini: ancora una volta siamo il mondo al contrario, con magistrati che interpretano la legge come fa comodo a loro credo ideologico

Il Governo impugna le sentenze di Catania sui migranti. Palazzo Chigi ricorrerà dunque in Cassazione. Le decisioni del Tribunale di Catania, il mese scorso, avevano di fatto sconfessato le misure interdittive stabilite con il cosiddetto decreto Cutro. Dando poi seguito all’inquietante situazione delle minacce alla giudice Iolanda Apostolico, la quale di fatto riteneva non potessero essere recluse delle persone che non hanno commesso alcun reato.

Da Palazzo Chigi la conferma, il Governo impugna le sentenze di Catania sui migranti. Di seguito la nota rilasciata da Chigi.

“L’Avvocatura Generale dello Stato ha proposto oggi distinti ricorsi per Cassazione contro i provvedimenti con i quali il Tribunale di Catania ha negato la convalida del trattenimento di migranti irregolarmente arrivati sul territorio nazionale. I ricorsi sottopongono alla Suprema Corte l’opportunità di decidere a Sezioni Unite, per la novità e il rilievo della materia, e affrontano i punti critici della motivazione delle ordinanze impugnate, con particolare riferimento alla violazione della direttiva 2013/33/UE”

Spiegano da Palazzo Chigi: “a differenza di quanto sostenuto nelle ordinanze, la direttiva prevede procedure specifiche alla frontiera o in zone di transito, per decidere sulla ammissibilità della domanda di protezione internazionale, se il richiedente non ha documenti e proviene da un Paese sicuro; la stessa stabilisce alternativamente il trattenimento o il pagamento di una cauzione, e quindi non vi è ragione per disapplicare i decreti del questore che fissano l’uno o l’altro; la direttiva contempla, ancora, la possibilità che il richiedente sia spostato in zona differente da quella di ingresso, se gli arrivi coinvolgono una quantità significativa di migranti che presentano la richiesta; in caso di provenienza del migrante da un Paese qualificato ‘sicuro’ deve essere il richiedente a dimostrare che, nella specifica situazione, il Paese invece non sia sicuro, senza improprie presunzioni da parte del giudice”.

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