Naufragio Bayesian, l’ipotesi che il veliero sia affondato a causa di cariche esplosive piazzate da servizi segreti: lo scoop de Il Giornale d’Italia

Naufragio Bayesian, inquirenti al GdI: “Cariche esplosive piazzate da servizi segreti sul veliero, una volta recuperato saranno occultate prove”

I due hanno parlato dell’ipotesi di naufragio causato da “cariche esplosive piazzate dai servizi segreti”. Inoltre, hanno dichiarato che le “casseforti sono già state aperte”, confermando le anticipazioni del GdI

Intervistatati dal GdI, 2 inquirenti hanno rivelato che i servizi segreti avrebbero “piazzato cariche esplosive sullo scafo del veliero e fatte esplodere la notte tra il 18 e 19 agosto”. Inoltre, hanno aggiunto che “molto probabilmente le prove saranno occultate una volta che lo yacht sarà recuperato e spostato verso il porto di Termini Imerese”.

2 inquirenti al GdI rivelano che il Bayesian sarebbe affondato a causa di “cariche esplosive piazzate dai servizi segreti”

2 inquirenti, coinvolti nell’indagine sul misterioso affondamento del veliero Bayesian, firmato Perini Navi, nella notte tra il 18 e il 19 agosto, hanno rivelato scenari che coinvolgerebbero direttamente i servizi segreti, in particolare l’MI6: “Piazzarono cariche esplosive sullo scafo del veliero e le fecero esplodere la notte tra il 18 e 19 agosto”, hanno affermato senza esitazione. Una ricostruzione che, se confermata, aprirebbe scenari di portata nazionale. “Molto probabilmente le prove saranno occultate una volta che lo yacht sarà recuperato e spostato verso il porto di Termini Imerese”, hanno aggiunto.

Secondo le testimonianze raccolte, le modalità dell’affondamento non sarebbero compatibili con un semplice incidente nautico. “I portelloni della barca erano chiusi, ma anche se fossero stati aperti, in 5 minuti una barca di 57 metri non ci va a fondo”, ha dichiarato uno degli inquirenti. La dinamica sarebbe stata tutt’altro che casuale: “Le persone che si dovevano salvare erano già sul gommone al momento del fatto, quelli che dovevano morire sono rimasti sulla barca”.

Particolarmente significativo il riferimento alla presenza dei servizi segreti sul posto immediatamente dopo il naufragio: “Certo, erano presenti per certo. Lo dico perché qua a Porticello lo sapevano tutti, anche se si distinguevano tra le persone normali del porto”. Un’affermazione che alimenta dubbi e sospetti su quanto realmente accaduto in quelle ore.

Quello che è successo non lo diranno mai, non lo sapremo mai. Faranno di tutto per nascondere le prove”, ha aggiunto uno degli intervistati, lasciando intendere che la verità potrebbe essere deliberatamente sepolta.

Le indagini sembrerebbero non essere le uniche “a muoversi sott’acqua”: “Le casseforti sono già state aperte. So che c’è stato un mese un caccia della marina militare e ogni giorno i sommozzatori si immergevano. Sicuramente sono state aperte tutte e recuperate le cose che c’erano dentro”, ha concluso un inquirente, confermando quanto già anticipato dal Giornale d’Italia.

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