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In centinaia nei giorni scorsi si sono messi in coda per comprare un pupazzetto colorato e un po’ inquietante da appendere alla borsa che da qualche mese spopola sui social: sono i Labubu, peluche entrati nell’olimpo dei nuovi trend globali. In gomma e pelo, si possono appendere e abbinare a zaini, borse e capi d’abbigliamento, o semplicemente collezionare. (VIDEO)
Un po’ Hello Kitty, un po’ bambole “Lol” in versione creepy, a renderli irresistibili è probabilmente l’elemento bambinesco e ironico, unito a quello da collezionismo: i Labubu escono infatti in serie, e a mettersi in fila a Milano (ma non solo) lo scorso venerdì 25 aprile davanti al negozio Pop Mart in corso Buenos Aires c’erano soprattutto giovanissimi ansiosi di accaparrarsi il nuovo set Labubu.
Esplode il mercato secondario: fino a 800 euro per un peluche raro
Le immagini delle code chilometriche a Milano circolano da giorni sui social, ma quello dei Labubu è un fenomeno che da prettamente asiatico ha conquistato il mondo. A determinare il boom è stato “l’endorsment” di celebrità e icone della pop culture come Lisa delle Blackpink, star mondiale del K-pop, che sui social ha condiviso scatti in cui mostra la sua collezione di Labubu e ha dichiarato di spendere tutti i propri soldi in questi pupazzetti e altri accessori.

Un altro fattore di successo è stata proprio la collaborazione con la catena cinese Pop Mart, leader nel mercato dei giocattoli da collezione il cui elemento distintivo è la vendita in blind box, ovvero scatole chiuse contenenti una versione del personaggio a sorpresa.
Il fascino della scatola a sorpresa ha alimentato la caccia al pezzo raro, con video di “unboxing” che sui social contano milioni di views. Se il prezzo di un Labubu standard si aggira tra i 15 e i 20 euro, per le collezioni ormai non più in vendita i prezzi schizzano facilmente sopra i 200 euro, ma si trovano anche pezzi rari a 800.

Dietro alla Labubu-mania è nato infatti un mercato secondario su piattaforme come Vinted, e sono in tanti a scegliere di acquistare i personaggi per poi rivenderli a prezzi maggiorati una volta che le collezioni iniziano a diventare introvabili. Un fenomeno pop come ciclicamente se ne sono visti e vedranno, che non ha mancato di suscitare sdegno per quella sorta di “contro corteo” parallelo a quello per la Liberazione che si è creato a Milano, con centinaia di persone in fila dalle prime ore del mattino per accaparrarsi l’ultimo imperdibile pezzo da collezione.
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Ma daiii ma non crederete mica ai media: tv, web e giornali raccontano soltanto frottole.
Ma quante pere di modernapfizer vi siete fatti?! Ah ah ah
Le file di comparse (pagate) davanti ai negozi è una vecchia tecnica di propaganda, forse, in fila ci saranno anche due o tre idioti strafatti di conformismo, o altrettanti “ottimisti” che sperano di rivendere il pupazzo a 10volte tanto, ma perloppù sono comparse, gente invitata ad andare a fare la fila in cambio di qualcosa e chi gli da quel qualcosa spera di rifarsi vendendo peluches…
…e magari qualche peluches lo vende, in fondo si aggirano ancora oggi i “venditori” porta a porta di aspirapolveri o di elisir contro tutti i mali… di boccaloni ce n’è sempre, ma sono pochi:”accà nisciuno è fesso”.