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di Alessandro Orsini da X
La Russia sta combattendo contro 57 Paesi. Il gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina, riunitosi recentemente, comprende i 32 Stati della Nato più 25 Stati.
Molti dicono: “La Russia non ha piegato l’Ucraina dopo tre anni”.
La frase corretta è questa: “57 Stati non hanno piegato la Russia dopo tre anni”.
Non sentite pronunciare questa frase perché il sistema dell’informazione in Italia sulla politica internazionale è corrotto.
Sebbene la Russia combatta contro 57 Stati, il dibattito internazionale è incentrato sulle regioni che l’Ucraina dovrà cedere alla Russia.
Ecco la verità sostanziale dei fatti: la Russia ha piegato 57 Stati.
Scusate per la precisazione, ma c’è questo bisogno di verità che muove la mia penna.
Carlo Calenda, Aldo Grasso, Stefano Cappellini, Stefano Bonaccini, sono “haters”? Molti odiatori sono tali senza saperlo perché, come insegna la scuola del sospetto – Marx, Nietzsche e Freud – gli uomini tendono sempre a presentarsi in una luce positiva sforzandosi di apparire migliori di quel che sono. Tutti i miei odiatori dicono: “Non sono un hater, ma un critico di Orsini!”. Esiste un criterio sociologico per capire se un uomo è un odiatore fazioso o un critico imparziale. È ciò che nel mio nuovo libro chiamo il criterio dell’“assurdità statistica”. Se un giornalista, un ricercatore di politica internazionale, un conduttore radiofonico, pubblica per tre anni cento video, cento post o cento articoli su di me, e se il 100% di questa copiosa produzione denigra e offende il professor Orsini, allora l’autore è un odiatore con un margine di errore pari a zero. Stefano Cappellini, Carlo Calenda, Aldo Grasso, Giancarlo Loquenzi, Stefano Bonaccini, sono miei “haters”? La risposta è agevole: è statisticamente impossibile che il cento per cento di ciò che uno studioso dice, fa e scrive, sia sempre sbagliato e riprovevole. Il criterio dell’assurdità statistica è utile anche per capire se un giornalista, un quotidiano, una trasmissione radiofonica, sono “corrotti”, nel particolare senso sociologico inteso nel mio libro. È, infatti, statisticamente impossibile che la Russia abbia torto e l’Occidente ragione nel cento per cento delle crisi internazionali. Se un giornalista lo afferma, è sicuramente un corrotto. Comprendere il meccanismo dell’“assurdità statistica” può migliorare la nostra vita individuale e la nostra società perché ci pone nella condizione di guardarci allo specchio e di sospettare di noi stessi. Ci pone nella condizione di metterci a contatto con l’“ombra”, di cui parla Jung. Anziché cercare sempre il male negli altri, impariamo a cercarlo dentro noi stessi e dentro la nostra cultura e la nostra “luminosa” civiltà occidentale che fornisce a Netanyahu le armi per il genocidio a Gaza. Lottate per un mondo migliore; usate la cultura come strumento di liberazione da ogni forma di oppressione. Usate il “sospetto” per innalzarvi, mai per abbassarvi.
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