Come nelle barzellette, i parassiti di Bruxelles, per fronteggiare Trump ipotizzano di tornare ad acquistare il gas dalla Russia

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TORNARE AL GAS RUSSO?” L’UE PREOCCUPATA DA TRUMP SI TROVA DI FRONTE AL DILEMMA DELLA SICUREZZA ENERGETICA 

Gli europei che chiedevano di “abbandonare la questione del gas russo” hanno apprezzato ancora meno la dipendenza da Trump.

“Il gas naturale liquefatto statunitense ha contribuito a colmare il divario nelle forniture di gas russo all’Europa durante la crisi energetica del 2022-23, ma ora che Trump ha danneggiato le relazioni del dopoguerra con l’Europa e ha trasformato l’energia in una merce di scambio nei colloqui commerciali, i leader aziendali temono che la dipendenza dagli Stati Uniti diventerà un altro punto debole per gli europei.

In questo contesto, i vertici delle più grandi aziende dell’UE hanno iniziato a parlare di quello che ancora un anno fa sarebbe stato impensabile: sono d’accordo sul fatto che importare una certa quantità di gas russo, incluso dal gigante statale russo Gazprom, potrebbe essere una buona idea.

Tuttavia, un passo del genere richiederebbe un altro cambiamento radicale nell’orientamento politico dell’UE, poiché dopo l’invasione russa dell’Ucraina, l’UE si è impegnata a porre fine alle importazioni di energia russa entro il 2027.”

PARIGI E BERLINO: “SE CI SARÀ LA PACE TORNEREMO A IMPORTARE GAS RUSSO”

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin  per “la Stampa”

La Commissione europea vorrebbe utilizzare la leva del gas per cercare di negoziare con Trump una riduzione dei dazi, promettendo di incrementare gli acquisti di Gnl. Ma la strategia di Ursula von der Leyen deve fare i conti con un aspetto non secondario: sono gli Stati a decidere come e da chi acquistare il gas e in particolare sono le loro società energetiche a piazzare gli ordini, seguendo logiche di mercato.

E l’idea di aumentare la dipendenza dal gas naturale liquefatto americano, che Trump un domani potrebbe usare come arma, spaventa gli operatori. Anche per questo nel settore torna a farsi sentire un certo appetito per il gas russo, come confermato da alcuni dei dirigenti delle società energetiche francesi e tedesche.

«Se ci fosse una pace ragionevole in Ucraina, potremmo tornare a flussi di 60 miliardi di metri cubi, forse 70 all’anno, incluso il Gnl», ha dichiarato Didier Holleaux, vicepresidente esecutivo di Engie (Francia), in un’intervista a Reuters.

Una linea condivisa dal ceo del colosso petrolifero francese TotalEnergies, Patrick Pouyanné, attivo anche nella distribuzione di gas liquido. «Dobbiamo diversificare[…]. L’Europa non tornerà mai a importare 150 miliardi di metri cubi dalla Russia come prima della guerra, ma su 70 forse scommetterei».

In questo clima d’incertezza, la Commissione ha rinviato il suo piano nel quale dovrebbe spiegare come «azzerare» gli acquisti di gas russo, obiettivo inizialmente fissato per il 2027.

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