Arrestato in Italia il “re del Superbonus”, fiumi di soldi con il bonus edilizio grazie a rapporti illeciti con uomini dello stato

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EQUALIZE, LA ’NDRANGHETA E LA MAXI ESTORSIONE FALLITA ARRESTATO IL RE DEL SUPERBONUS

Estratto dell’articolo di Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

Ha schivato il primo arresto nell’ottobre 2024, respinto dal gip Fabrizio Filice nell’inchiesta sui dossieraggi dell’agenzia investigativa Equalize di cui era uno dei principali clienti, al punto da spendere un milione per le tante notizie illecite procurategli dagli «operativi» dell’agenzia di Carmine Gallo (morto il 9 marzo) e Samuele Calamucci.

Ha scansato il secondo arresto, sinora, perché il Tribunale del Riesame deve ancora decidere sul ricorso del pm contro quel primo rigetto cautelare. Il terzo lo ha evitato un mese fa per una differente vicenda, quando il gip aveva respinto la richiesta del pm su una «tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso» a una famiglia di costruttori ai quali in Tribunale non voleva pagare 30 milioni di fatture ma solo otto, e che il gip aveva invece riqualificato in «esercizio arbitrario delle proprie ragioni» (che non consente arresto).

Ma ieri Lorenzo Sbraccia, 57enne imprenditore romano arricchitosi nei superbonus edilizi 110% con la sua Fenice srl (oggi Sbr Costruzioni Generali), entrato anche nel Consorzio Venezia Nuova rilevando dalla crisi della Nuova Coedmar il ramo d’azienda che comprende alcuni cantieri del Mose da 20 milioni, il quarto arresto non l’ha più schivato.

E Sbraccia, di cui Calamucci nei verbali omissati asserisce aderenze politiche sottostanti persino a una evocata tangente di 250 mila euro a un membro del Csm per la nomina del capo di una piccola Procura del Centrosud, è finito in cella su ordine del gip Filice per la medesima accusa del 19 marzo, ma con una novità nella nuova richiesta datata 4 aprile del pm De Tommasi: le risposte nell’interrogatorio del 25 marzo dell’arrestato Annunziatino Romeo, cugino del super pentito di ‘ndrangheta Saverio Morabito, egli stesso «collaboratore» (ma solo per un controverso periodo) dopo una condanna a 12 anni per droga nel 1991, e informatore dell’allora poliziotto Gallo sul sequestro di Alessandra Sgarella nel 1997.

2. EQUALIZE, NOVE ARRESTI ESTORSIONI E DOSSIER CON L’AIUTO DELLE ’NDRINE

Estratto dell’articolo di Ilaria Carra e Giuliano Foschini per “la Repubblica”

Fabbricavano dossier illegali scavando nelle vite e nei database delle forze dell’ordine in cambio di soldi. Ma hanno anche assoldato mafiosi certificati per lavori sporchi. Come minacciare su commissione. Specie se a richiederlo era il primo cliente di Equalize, la premiata ditta delle schedature abusive: l’imprenditore romano Lorenzo Sbraccia, arrestato ieri.

«Mi devo rivolgere a qualcuno di malaffare», diceva ai suoi Carmine Gallo, ex superpoliziotto passato, poi, all’investigazione privata illecita, morto per infarto ai domiciliari il 9 marzo. Quel “qualcuno” è Nunziatino Romeo, 60 anni, pentito di ‘ndrangheta, legato alla cosca Barbaro-Papalia. Gallo, da poliziotto, lo conosceva bene: «Mi ha dato l’informazione con cui ho liberato la Sgarella».

In carcere da fine marzo, è dalle sue rivelazioni che il gip di Milano, Fabrizio Filice, ha disposto gli arresti per nove persone per tentata estorsione mafiosa.

Nel nuovo filone d’indagine sulle cyber-spie entra dritta l’ndrangheta. L’immobiliarista Sbraccia si rivolge a Gallo e all’hacker di Equalize, Samuele Calamucci, già ai domiciliari e da ieri con braccialetto elettronico, per una «mediazione mafiosa».

Non vuole pagare i 35 milioni che deve (ma solo 8) a un appaltatore. E cerca chi lo convinca con le cattive. Lo fa Romeo che, dice il gip, avrebbe agito anche per favorire «il subentro » di imprese vicine ai Barbaro, Pasquale e Francesco, arrestati ieri, in un cantiere di Sbraccia a Milano, dopo l’esclusione della G&G dei Motterlini, i minacciati.

L’arresto di Sbraccia non è solo l’esito di una storia. È l’inizio di scenari che stanno facendo rumore tra politica e imprenditoria romana. Sbraccia è uomo dalle grandi relazioni.

Ancor più negli ultimi anni, col boom del business delle ristrutturazioni 110% e del mercato dei crediti fiscali. Con la sua Fenice srl è entrato nel consorzio Venezia Nuova, che gestisce il Mose e relativi appalti milionari.

Di lui il pm di Milano Francesco De Tommasi scrive: «È un imprenditore privo di scrupoli e ossessivamente proiettato verso l’acquisizione illecita di informazioni riservate da usare per proteggere sé stesso e colpire i suoi nemici». E ancora: «È il classico affarista che si muove con disinvoltura nel sottobosco della politica e delle istituzioni, tessendo rapporti ai massimi livelli, anche nelle forze dell’ordine, per ottenere protezione e un’immagine che lo tenga al riparo da indagini».

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