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La direttrice della sezione di Napoli dell’Osservatorio vesuviano: “I terremoti sono imprevedibili, ma oggi disponiamo di strumenti avanzati per il monitoraggio. Il primo problema è legato alla tenuta psicologica delle persone”
Non c’è tregua nei Campi Flegrei, dove si registra un nuovo intensificarsi degli eventi sismici, dovuto al fenomeno del bradisismo e dell’innalzamento della crosta terrestre che aveva messo tutti in allarme già nel 2023. Francesca Bianco, direttrice della Sezione di Napoli dell’Osservatorio Vesuviano, è al lavoro da questa notte sull’emergenza, causata dalla scossa di magnitudo 4.4 con l’epicentro nella zona di Pozzuoli. A L’Espresso, Bianco ha spiegato i dettagli della crisi sismica in corso.
tratto da L’espresso
Dobbiamo considerarla come un evento isolato o è piuttosto un segnale di intensificazione del fenomeno sismico nell’area?
“Da metà febbraio 2025 abbiamo cominciato ad osservare eventi di magnitudo importante – fino a 3.9 – e sciami sismici molto intensi, con un elevato numero di scosse concentrate in pochi giorni, uno in particolare durato quattro giorni consecutivi. Abbiamo registrato anche un’accelerazione nella velocità di sollevamento del suolo, che è passato da 1 a 3 centimetri al mese. Il fenomeno del bradisismo nei Campi Flegrei comporta una deformazione progressiva della crosta terrestre: finché il suolo continua a sollevarsi, le rocce subiscono stress, fino a raggiungere il loro limite di resistenza e fratturarsi, generando un’energia che causa i terremoti. Quando invece ‘la caldera’ entra in una fase di subsidenza, ovvero di abbassamento della crosta terrestre, i terremoti tendono a ridursi o cessare del tutto. Da tempo stavamo monitorando segnali che indicavano un possibile nuovo incremento dell’attività sismica”.
Dobbiamo aspettarci un aumento della frequenza o della magnitudo delle scosse?
“Fino a quando continueremo a osservare il sollevamento del suolo possiamo affermare con buona certezza che i terremoti proseguiranno. Tuttavia non siamo in grado di prevedere se aumenteranno di numero o se diventeranno più forti. L’attività sismica rimane un fenomeno imprevedibile, ma la nostra rete di monitoraggio ci consente di analizzare l’evoluzione della situazione in tempo reale”.
Qual è quindi l’implicazione per la stabilità del territorio e la sicurezza della popolazione?
“Il primo grande problema è legato alla tenuta psicologica delle persone che vivono in queste aree e sperimentano scosse quotidiane. Questa sismicità costante è il campanello alle coscienze che suona per dire ‘tu vivi su un vulcano attivo’.
Per quanto riguarda poi la stabilità del territorio, il tema richiede competenze specifiche e non è questo il mio mestiere. La nostra priorità è piuttosto quella di fornire dati accurati affinché le istituzioni possano prendere le migliori decisioni in materia di sicurezza”.
Il fenomeno del bradisismo è noto da secoli, ma oggi si registrano condizioni differenti rispetto al passato, evidenti soprattutto alla luce dei nuovi strumenti di indagine utilizzati?
“Oggi disponiamo di strumenti estremamente avanzati per il monitoraggio dei Campi Flegrei. Il nostro approccio è multiparametrico: raccogliamo dati geofisici e geochimici attraverso una rete di sensori all’avanguardia, riconosciuta a livello mondiale tra le più efficaci. Usiamo tecnologie satellitari come SAR e InSAR, radar GNSS e stazioni GPS per misurare il sollevamento del suolo con precisione millimetrica. Monitoriamo i gas vulcanici, analizzando concentrazione, flusso e temperatura, e utilizziamo sistemi dilatometrici in profondità per rilevare variazioni volumetriche che potrebbero indicare la risalita di magma.
La rete gravimetrica ci consente inoltre di misurare le variazioni della gravità, parametro che potrebbe suggerire un accumulo di nuova massa magmatica in profondità. Tuttavia, anche con tutta questa tecnologia, al momento non siamo in grado di prevedere con certezza l’evoluzione della crisi bradisismica o dei terremoti. Ciò che possiamo affermare con sicurezza è che i nostri dati non indicano la presenza di magma nella parte superficiale della crosta terrestre, quindi non ci sono segnali di un’eruzione imminente”.
In un contesto di crescente attenzione per i fenomeni sismici e vulcanici, quanto è importante la sensibilizzazione della popolazione?
“In situazioni di emergenza è fondamentale intensificare la comunicazione sullo stato del vulcano. Per questo motivo, l’INGV fornisce aggiornamenti frequenti e dettagliati alla Protezione Civile attraverso protocolli ben definiti. La nostra comunicazione è di tipo tecnico-scientifico, ma viene condivisa con le autorità locali affinché possano diffondere le informazioni alla popolazione. Inoltre, utilizziamo strumenti di divulgazione più diretti come il blog dell’INGV, i social media e il nostro sito web, dove è possibile accedere in tempo reale ai dati sui terremoti, comprese la localizzazione e la profondità di ciascun evento. Per i terremoti di magnitudo superiore a 3, pubblichiamo anche informazioni sugli effetti dello scuotimento, utili per comprendere come le strutture abbiano reagito alla trasmissione dell’energia sismica”.
Prepararsi al rischio: qual è il ruolo dei cittadini?
“Oltre al lavoro degli scienziati, anche la popolazione ha un ruolo attivo nella prevenzione del rischio sismico e vulcanico. La conoscenza del fenomeno è il primo strumento per mitigarne l’impatto. Invitiamo tutti i cittadini a informarsi attraverso fonti ufficiali, come il sito dell’INGV e quello della Protezione Civile, che forniscono istruzioni su come comportarsi in caso di evento sismico. Sapere come proteggersi e come reagire in una situazione di emergenza può fare la differenza”.
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