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La Merkel ha tenuto segreti dati clamorosi sul Covid di laboratorio
La rivelazione: i Servizi segreti tedeschi già sapevano della possibile fuga da Wuhan. Ma tutti davano del complottista a Trump
di Claudio Romiti per il blog di Nicola Porro
Sono passati oltre 5 anni dall’inizio della più bislacca pandemia della storia, e ancora oggi si discetta sull’eventualità di un virus scaturito da un incidente di laboratorio. Questo è quanto riporta un pezzo dell’Ansa, che così esordisce: “La pandemia di Covid del 2020 sarebbe stata causata da un incidente in un laboratorio cinese: è la tesi dei Servizi segreti tedeschi (Bnd) pubblicata oggi dal quotidiano Sueddeutsche Zeitung e dal settimanale Die Zeit.”
Ora sebbene l’operazione, che andava sotto il nome in codice di Saaremaa, fosse stata decisa dal governo di Angela Merkel, la stessa cancelliera decisa di imporre il segreto di Stato a quanto sarebbe poi emerso.
Sembra infatti che l’incidente di laboratorio fu ritenuto plausibile con una probabilità tra l’80 e il 95%.
Successivamente, alla fine del 2024, il suo predecessore, il socialdemocratico Olaf Scholz, decise “di nominare una serie di esperti per verificare i risultati dei Servizi, tra i quali il virologo Christian Drosten e il presidente del Koch Institut Lars Schade.
Al momento questi esperti non hanno ancora concluso il loro lavoro”. Dal canto suo, la Cancelliera ha fatto sapere di “respingere in linea di principio l’accusa”. Mentre da Pechino fanno sapere che “sulla questione del coronavirus, la Cina rifiuta fermamente qualsiasi forma di manovra politica”.
Ora, malgrado l’argomento continui a suscitare un certo interesse per i complottisti di tutte la tendenze, a mio personalissimo par esso rappresenta, in relazione a ciò che oggi sappiano circa l’effettiva gravità del Covid-19, un tema assolutamente secondario rispetto alla sproporzione delle misure liberticide che soprattutto in Italia furono adottate in quel orrendo periodo.
Tant’è che, come risultò nero su bianco dalla prima indagine sierologica gestita da Andrea Crisanti, uno dei virologi del terrore ingiustificato, in quel di Vo Euganeo, già nella forma più cattiva del Sars-Cov-2 il 95/96% dei soggetti positivi erano asintomatici o poco sintomatici.
Quindi, fuga dal laboratorio o meno, già i primi riscontri oggettivi – che furono clamorosamente e fragorosamente negati in un acceso dibattito televisivo da Massimo Galli, contrapposto a Nicola Porro – ci raccontavano una realtà che ancora oggi stenta a farsi strada nell’immaginario collettivo, ammesso a non concesso che tale realtà venga prima o poi fatta propria dalla cosiddetta comunità scientifica.
D’altro canto, rivedendo alcune, inquietanti immagini provenienti dalla Cina nei primi mesi di quel fatale inverno, in cui squadre di moderni monatti vestiti come astronauti, spruzzavano sostanze disinfettanti su interi quartieri e sui malcapitati che si trovano all’aria aperta, forse ci sono ben altre responsabilità da attribuire alla grande potenza asiatica; ovvero quella di aver generato un terror panico del tutto privo di fondamento. Un terror panico che, ahinoi, ebbe un grande riscontro proprio in Italia, in cui chi si trovava ai vertici di sistema politico e sanitario non si fece molti scrupoli nel raccontare al mondo che stavamo combattendo contro una sorta di peste del terzo millennio.
Quindi, oltre alla questione di lana caprina in oggetto, si spera che prima o poi qualche autorevole esperto cercherà di elaborare una esauriente spiegazione in merito alla stupefacente fuga cognitiva di massa dalla realtà, nella quale non si è fatto altro che parlare e discutere h24 solo ed esclusivamente del Covid-19, una malattia che è sempre stata un grave problema per i soggetti molto fragili.
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