Porsche come Audi e Volkswagen! Rischio fallimento a causa dell’obbedienza dei suoi manager alle imposizioni di Bruxelles. A pagare saranno al momento quasi 4.000 poveri cristi

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Porsche conferma il taglio di 3.900 posti di lavoro

Per quest’anno Porsche ha previsto un calo delle vendite e dei ricavi. Intanto l’utile operativo nel 2024 è sceso

di Eleonora Lilli per Motor1.com

A febbraio 2025 Porsche ha annunciato un piano per ridurre circa 1.900 posti di lavoro entro il 2029, concentrandosi principalmente sugli stabilimenti di Stoccarda-Zuffenhausen e Weissach, in Germania. Una decisione che si era aggiunta alla precedente strategia del 2024, che prevedeva la non estensione dei contratti a termine per 1.500 dipendenti, con ulteriori 500 contratti in scadenza.

Nonostante un accordo che garantisce la sicurezza occupazionale fino al 2030 e che esclude licenziamenti forzati, Porsche intende raggiungere questi obiettivi attraverso il naturale turnover del personale e un approccio più selettivo nelle nuove assunzioni. L’azienda lo ha confermato oggi annunciando i risultati dell’anno 2024 ed è tornata a giustifica questa mossa citando i ritardi nella transizione verso l’elettrico e le difficili condizioni geopolitiche ed economiche.

Utili, ricavi e previsioni

Per quest’anno Porsche ha previsto un calo delle vendite e dei ricavi, con stime di ricavi tra 39 e 40 miliardi di euro, inferiori al 2024. L’utile operativo nel 2024 è sceso a 5,6 miliardi, principalmente a causa del rallentamento del mercato cinese.

Il piano di riorganizzazione da 800 milioni di euro, che comporta il taglio di 3.900 posti di lavoro in totale, servirà a mitigare le perdite. Nonostante ciò, Porsche ha confermato un dividendo per gli azionisti e continua a puntare sull’elettrificazione, prevedendo che il 33-35% delle vendite nel 2025 saranno di veicoli elettrificati.

Un momento difficile, non solo per Porsche

Questa decisione segue un periodo turbolento per Porsche, segnato dal recente licenziamento del direttore finanziario Lutz Meschke e del responsabile delle vendite Detlev von Platen.

Inoltre, l’azienda ha rivisto la sua strategia, decidendo di puntare nuovamente sui motori a combustione interna, accantonando temporaneamente l’obiettivo di avere oltre l’80% della produzione costituita da veicoli elettrici entro il 2030.

Questi sviluppi riflettono le difficoltà che l’industria automobilistica tedesca sta affrontando, con diversi produttori e fornitori che annunciano tagli al personale e ristrutturazioni per adattarsi alle nuove dinamiche del mercato globale.

Altri tagli in Europa

A dicembre Volkswagen e il sindacato Ig Metall hanno trovato un accordo che prevede “dolorose concessioni”: saranno eliminati 35 mila posti di lavoro entro il 2030, senza licenziamenti ma tramite incentivi all’esodo e pensionamenti anticipati (i lavoratori però diranno addio a diversi bonus).

Anche Ford prevede di tagliare circa 4.000 posti di lavoro in Europa entro la fine del 2027. La maggior parte delle misure riguarderà i siti in Germania e nel Regno Unito. Negli altri mercati europei sono previsti solo cambiamenti minori.

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