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Bare di Bergamo, Luogotenente dei Carabinieri: “Ogni camion ne portava una, stuprata la Costituzione, ho rifiutato la medaglia di Stato”
Il commento di un luogotenente dell’Arma dei Carabinieri sotto il video di Roy de Vita: “Antonio Porto ha ragione”
tratto da Il Giornale d’Italia
Un luogotenente dell’Arma dei Carabinieri in un commento sotto il post di Roy de Vita, conferma le testimonianze riportate dal Segretario Nazionale di OSA Polizia, Antonio Porto, sulle bare di Bergamo e sui veicoli militari che avevano sfilato in centro città il 19 marzo di 4 anni fa e nei quali, da quanto riportato, c’era “una sola bara per camion“.
Il commento sembra più una lettera aperta indirizzata al chirurgo e divulgatore Roy de Vita. Il luogotenente inizia così: “Buongiorno Dottore.
Le posso garantire che ciò che ha affermato il collega della Polizia di Stato [Antonio Porto, ndr] è assolutamente vero.
In quel periodo, in qualità di comandante di una Stazione dei Carabinieri, avevo ricevuto l’incarico di scortare due convogli militari – uno italiano di difesa Nucleare Biologica e Chimica (CBRN) e uno della Federazione Russa – che avevano il compito di bonificare una RSA stanziata nel mio territorio di competenza (Roncadelle, BS). Proprio in tale circostanza, uno dei militari italiani, un autista, nell’informarmi che anche lui aveva partecipato al trasporto delle bare di Bergamo, mi confidava che ogni camion non trasportava più di una, due bare.”
Nel video pubblicato sulla pagina Facebook, Roy de Vita ha elencato una serie di eventi spettacolarizzati e teatralizzati, e ha proposto un ragionamento inerente alla possibilità che “durante la pandemia si volle talvolta spettacolarizzare, talvolta amplificare, talvolta adattare il valore delle cose alla convenienza del momento“. Gli esempi portati dal divulgatore riguardano non solamente le dichiarazioni di Porto in commissione d’inchiesta Covid, ma anche il trasporto dei vaccini tramite il valico del Brennero, e, ancora, la “proroga della scadenza” dei vaccini Covid prodotti dalla Pfizer.
Il militare prosegue nel suo commento: “Da quell’episodio ho iniziato ad “aprire gli occhi” e a pormi mille interrogativi sulla gestione della pandemia da parte dello Stato Italiano per il quale, più volte, avevo giurato fedeltà alla Costituzione, constatando successivamente nel tempo, come proprio la nostra amata Carta Costituzionale veniva stuprata nei suoi precetti più fondamentali, vedi, su tutto, l’abominevole imposizione del ‘green pass’, per compiacere gli interessi multimiliardari delle case farmaceutiche. Ovviamente non mi sono vaccinato e, per onestà intellettuale, ho rifiutato la medaglia che lo Stato aveva rilasciato a tutti gli appartenenti le Forze dell’ordine impiegate sul campo durante la pandemia“.
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