Luciana Littizzetto e lo stucchevole monologo che fa passare quel bandito di Gianni Agnelli come imprenditore esemplare

ATTENZIONE: FACEBOOK IN DATA 31/10/2024 HA CANCELLATO SENZA PREAVVISO LA PAGINA “GRANDE COCOMERO CLASSIC”.

CHIEDIAMO A TUTTI DI ISCRIVERSI A QUESTA NUOVA PAGINA —-> DC NEWS

“Caro Tavares, caro Carlos, quanto mai caro visto il tuo stipendio. Valvassore dello spinterogeno, ciambellano del freno a mano e gran duca ruotino di scorta. Ex ad di Stellantis e della buonanima di FCA. Immagino futuro ad di CLCZO“.

Inizia così la letterina di Luciana Littizzetto a Che tempo che fa, sul Nove, dedicata al dimissionario (o dimissionato) amministratore delegato portoghese di Stellantis per la gioia di un Fabio Fazio già inquietato.

“Dovevi essere l’airbag dell’azienda invece sei scoppiato alla prima buca. Io non ti ho mai visto a Torino. Ti hanno mandato via, come Madonia Ballando con le stelle. Per te si prospetta un Natale di stenti, ti daranno forse 36 milioni e mezzo di buonuscita. Praticamente il Pil del Belize”.

“Ai tempi di Valletta un dirigente Fiat prendeva 25 volte lo stipendio di un operaio. Tu prendi lo stipendio di un operaio ma al minuto. Mi spieghi cosa facevi per guadagnare così tanti soldi? Misuravi il livello dell’olio con la lingua? Facevi i crash test al posto dei manichini?”.

Quindi si rivolge a John Elkann: “Scusami, ma se tu dai tutti quei soldi a chi la tua azienda l’ha sminc***ta, se l’avessi fatta brillare cosa gli davi, gli intestavi l’Alta Savoia?”.

La Littizzetto snocciola tutti i fallimenti di Tavares, “bastava che rimettesse in produzione la Duna e il disastro era completo”. Da torinese, ricorda i bei vecchi tempi della Fiat. “Oggi se chiedi a un manager di Stellantis che cos’è Torino ti risponde che è un agglomerato di case sotto le Alpi con in mezzo un imbuto rovesciato con la punta alta”.

Operai sul lastrico, tasse pagate in Olanda nonostante gli aiuti di Stato italianissimi, un rapporto ormai inesistente con il tessuto sociale. “Giuànin, come noi chiamavamo Gianni Agnelli, con le sue luci e le sue ombre, amava molto la sua azienda e quando ci fu il terrorismo non ha mai lasciato Torino, rimase lì con la sua fabbrica nei giorni belli e nei giorni brutti. Ecco, quei giorni lì, pensare che la fabbrica sia più di un fatturato, ci mancano un po’ – conclude con voce tremante, quasi sul punto di piangere – ma è da anni che voi amici di Stellantis l’Italia l’avete proprio dimenticata. Ci avete messo un punto. Anzi, una Punto”.

ATTENZIONE: FACEBOOK IN DATA 31/10/2024 HA CANCELLATO SENZA PREAVVISO LA PAGINA “GRANDE COCOMERO CLASSIC”.

CHIEDIAMO A TUTTI DI ISCRIVERSI A QUESTA NUOVA PAGINA —-> DC NEWS

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Previous Article

Esplosione violentissima nella raffineria Eni di Calenzano! I testimoni: prima un boato spaventoso, poi ha tremato tutto come se fosse stato un terremoto. Molti operai feriti

Next Article

Raffineria Eni esplosa a Calenzano, il bilancio è tragico! Inizia la conta dei morti e degli ustionati ricoverati in gravissime condizioni

Related Posts