Caso doping, il verdetto che spaventa Jannick Sinner: Iga Swiatek, attuale numero due del tennis femminile sospesa per un caso analogo al suo

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Iga Swiatek sospesa un mese, “contaminazione da farmaco”: doping, il verdetto spaventa Sinner

Arriva lo stop per Iga Swiatek, attuale numero due del tennis femminile mondiale e per molto tempo dominatrice della classifica Wta: l’atleta polacca è risultata positiva ad un controllo anti-doping ed è stata sospesa per un mese.

Lo stop è stato deciso dall’Itia, ossia l’International Tennis Integrity Agency, la stessa agenzia che aveva scelto di non sospendere Jannik Sinner per la vicenda Clostebol (e il ricorso della Wada che può costare uno stop a Sinner è proprio contro la decisione dell’Itia).

La notizia dello stop alla Swiatek è arrivato dall’Itia stessa: la quattro volte vincitrice del Roland Garros è stata sospesa per un mese nell’ambito del programma antidoping, il tutto per essere risultata positiva alla trimetazidina (Tmz), una sostanza proibità di cui è stata trovata traccia in un campione fuori competizione nell’agosto 2024.

La polacca aveva sostenuto che la positvità fosse dovuta a un episodio di contaminazione da farmaco, la stessa linea tenuta, e provata, da Sinner nell’ambito della vicenda Clostebol. “L’Itia conferma che la tennista polacca Iga Swiatek ha accettato una sospensione di un mese, dopo essere risultata positiva ad una sostanza vietata, la trimetazidina, in un campione prelevato fuori competizione nell’agosto 2024”, recita un comunicato dell’agenzia. Nel dettaglio, Itia ha accolto la tesi della “contaminazione da farmaco”, ritenendo che però “il grado di colpa della giocatrice è il più basso dello spettro”. Dunque pena minima: un mese.

Lo stop imposto dall’Itia, però, in una certa misura preoccupa Sinner e tutti i suoi tifosi. Questo perché le due vicende sono oggettivamente molto simili, analoghe, in entrambe Itia ha riconosciuto la sostanziale buona fede dei due atleti, pur probabilmente con lievi differenze nel cosiddetto grado di colpa. E proprio il fatto che le vicende siano così simili potrebbe far ipotizzare che il ricorso della Wada, in una qualche misura, venga accolto.

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