“Per chi ho votato alle Presidenziali Usa” Federico Rampini, dopo mesi di chiacchiere, alla fine si riduce ad obbedire anche lui ai suoi padroni spiegando in maniera ridicola di aver votato per Kamala Harris

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Rampini: «Ho visto Trump da vicino, per questo ho votato Kamala Harris (ma anche i repubblicani)»

di Federico Rampini per Corriere.it

Federico Rampini svela per chi ha votato alle elezioni presidenziali americane: «Il mio consenso disgiunto. No a un bis di The Donald: vidi Putin mentre gli suggeriva, letteralmente, le risposte a un vertice. Ma dai Democratici troppi errori: e Kamala è la peggior candidata per cui ho votato».

Il mio dovere di elettore Usa l’ho già compiuto, per corrispondenza, così sarò libero nella giornata «infuocata» di martedì.

Ho votato Kamala Harris.
La considero la peggiore candidata che io abbia mai votato, dopo aver messo la mia scheda nell’urna con i nomi di Barack Obama nel 2012, Hillary Clinton nel 2016, Joe Biden nel 2020 (sono, secondo la definizione americana, un registered Democrat, cosa che non preclude la libertà di scelta nell’Election day).

Non potevo fare altro. 

Donald Trump l’ho visto da vicino per quattro anni, l’ho seguito come corrispondente alla Casa Bianca in tanti summit internazionali. Incluso uno, tremendo, il 16 luglio 2018 a Helsinki con Putin: quest’ultimo, letteralmente, gli suggeriva le risposte, lo imbeccava su dossier come la CrimeaVorrei evitare un bis, all’America e al mondo. Poiché conservo la cittadinanza italiana e amo il mio Paese d’origine, mi preoccupano i danni che il protezionismo di Trump potrebbe infliggere alle economie degli alleati. Ho a cuore il futuro della Nato. Sopra ogni altra cosa, lo ritengo indegno di governare dopo l’infamia del 6 gennaio 2021. Non penso che sia un potenziale Mussolini o Hitler; ho fiducia che la Repubblica americana sia più forte di ogni tentazione autoritaria, e lo dimostrò nel 2021. Però prepotenza, egomania, disprezzo per la Costituzione lo rendono inadatto a guidare la massima potenza mondiale, la nazione leader del mondo libero.

Il mio voto per Harris non deve vietarmi uno spirito critico verso il Partito democratico. Respingo l’idea che l’altra metà della nazione accetterebbe una dittatura. Come in tante democrazie, le battaglie politiche sono spesso «cinquanta sfumature di grigio» anziché una lotta tra le forze del Bene e le forze del Male. In questo caso le sfumature sono di un grigio sporcato nel fango: è stata una campagna elettorale orribile, nessuna volgarità e bugia ci è stata risparmiata. Da ambo le parti.

QUESTI I PRIMI COMMENTI IN RIGOROSO ORDINE AL POST DEL LECCAPIEDI DELLA FECCIA

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