Spano si dimette da capo di gabinetto del Mic
(ANSA) – Francesco Spano si dimette dal ruolo di Capo di Gabinetto del ministero della Cultura. Lo comunica il Mic.
Spano, ‘attacchi personali, non posso restare’Ā
(ANSA) –Ā “Il contesto venutosi a creare, non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente più di mantenere quella serenitĆ di pensiero che ĆØ necessaria per svolgere questo ruolo cosƬ importante”. CosƬ Francesco Spano nella lettera di dimissioni da capo di gabinetto indirizzata al ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
Ed ĆØ quindi “nell’esclusivo interesse dell’Amministrazione, pertanto, ritengo doveroso da parte mia fare un passo indietro. Ciò non mi impedisce, evidentemente, di esprimerle la mia profonda gratitudine per la stima ed il sostegno che mi ha mostrato senza esitazione”.
SPANO SI Ć DIMESSO: LASCIA IL CAPO DI GABINETTO DI GIULI PER LāINCARICO A SUO MARITO AL MAXXI
Estratto dellāarticolo di Giovanna Vitale perĀ www.repubblica.it
Secondo quanto annunciato dal conduttore Sigfrido Ranucci, a essere coinvolti in torbide vicende ci sarebbero anche āalte cariche di Fratelli dāItaliaā. Secondo quanto Repubblica ĆØ stata in grado di ricostruire, una di queste tocca direttamente Spano. Il quale, da segretario generale del Museo nazionale delle arti del XXI secolo, confermato dal neo-presidente Giuli nellāautunno del 2022, ha arruolato fra i collaboratori retribuiti suo marito, lāavvocato Marco Carnabuci.
Un legale che figura tra gli esperti di Federculture e giĆ titolare di un lungo contratto al Maxxi (dal 2018 al 2021) come responsabile dei dati personali, quando a presiederlo cāera Giovanna Melandri. Solo che in quegli anni Spano lavorava altrove, non nella stessa istituzione del compagno, sposato civilmente soltanto qualche mese fa.
Ebbene, a marzo del 2023 ā in piena era Giuli ā Carnabuci ĆØ stato nuovamente reclutato dal museo come consulente specialistico per la predisposizione del MOG (modello organizzazione di gestione) a 14mila euro trimestrali. Visto lo stretto legame fra lāattuale ministro della Cultura e Spano, ĆØ difficile che il primo non conoscesse la natura dei rapporti che allora intercorrevano fra il suo segretario generale e il neo-assunto. Lo avrebbe dunque coperto. Una storia che coinciderebbe con quanto spiegato da Ranucci: āSi tratta di un caso simile, per modalitĆ operative, al caso Bocciaā.
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