Jannick Sinner risponde sul campo alle accuse di doping conquistando l’ennesima finale. Domani sfiderà Alcaraz

Estratti da gazzetta.it

Alla fine Bu, un po’ di paura ce l’ha messa. Il cinese numero 96 al mondo, che in questo 2024 ha scalato quasi 200 posizioni nel ranking, ha fatto un figurone anche contro Jannik Sinner che passa 6-3 7-6(3) e conquista la seconda finale a Pechino, la settima di quest’anno.

Sarà Alcaraz il rivale per il titolo domani mattina, in una sfida che lo scorso anno si era giocata in semifinale ed era stata vinta dall’italiano. Sinner conquista così la 59esima partita in questa stagione a fronte di sole 5 sconfitte e resta imbattuto dalla vittoria di Cincinnati.

SINNER, GARATTINI: “CLOSTEBOL IN POMATA NON PUÒ ESSERE DOPING”

Da adnkronos.com

Il Clostebol, trovato in minime tracce nelle analisi del tennista Jannik Sinner, è uno steroide anabolizzante derivato dal testosterone, segnalato come sostanza dopante. Ha infatti la funzione di aumentare la massa muscolare e migliorare le prestazioni fisiche. Noto in questo senso il suo utilizzo, in passato, da parte degli atleti dell’ex Germania dell’Est.

Le quantità molto limitate ritrovate nelle analisi di Sinner sarebbero legate all’uso di un farmaco in pomata da parte del suo fisioterapista che poi avrebbe contaminato il tennista per via cutanea, secondo le indagini del International Tennis Integrity Agency (Itia). La molecola, infatti, è contenuta in alcuni medicinali cicatrizzanti in pomata o spray ed è altamente assorbibile dall’organismo.

Il Clostebol, spiega all’Adnkronos Salute il farmacologo Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto Mario Negri di Milano, “è un testosteroneico che può aumentare la massa muscolare ma non certo se utilizzato per via cutanea. Se sotto accusa c’è una pomata è più che evidente che l’intenzione dopante non c’è. Per il doping servono dosi e preparazioni diverse. Parliamo di una sostanza utilizzata sicuramente in passato e anche adesso fa parte dei molti i derivati del testosterone utilizzati da sportivi scorretti”.

Nel doping “per quanto riguarda il testosterone, il problema della via di somministrazione è fondamentale – continua Garattini – perché è quello che determina il successo dell’utilizzo. L’uso per via orale o per via iniettiva può dare effetti. Ma se usato per via cutanea non può determinare granché. La via cutanea non avrebbe alcun senso. In questo quadro l’esito dell’indagine antidoping era scontato”, conclude Garattini.

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