Il caso Sinner e il ricorso della Wada continuano a far discutere il mondo del tennis di oggi e anche quello di ieri. Tra i difensori più convinti di Jannik c’è ovviamente Adriano Panatta. L’ex campione azzurro intervenendo alla Domenica Sportiva ha voluto mettere le cose in chiaro alzando anche i toni: “Questo caso è ridicolo! E’ solo una questione politica”, ha tuonato. E ancora: “Con questo ricorso – continua Panatta – vuol far vedere al mondo che esiste. Si tratta solo di una questione politica”. (VIDEO)
Panatta è un vero e proprio fiume in piena. Poi parlando di Jannik afferma: “E’ pulito, spero lo siano anche quelli che lo devono giudicare”. Ma non finisce qui. Panatta continua nel suo ragionamento: “Ci mancava la Wada adesso, eravamo in pensiero. Parto dal presupposto che la Wada ha tutto il diritto di fare ricorso però nelle sue motivazioni ha subito detto che Sinner non perderà né punti e né denaro nei tornei retroattivi. Questo vuol dire che lui non si è dopato, e questo lo sapevamo tutti visto che quella pomata che gli hanno spalmato a sua insaputa non dopa e non dà vantaggi competitivi”.
Infine afferma: “Ma è stato negligente: cioè secondo la Wada Sinner doveva controllare i bagagli dei suoi fisioterapisti e vedere se c’era un tubetto di quella pomata incriminata. Per cui adesso succede che la Tas dovrà guardare tutte le carte e fare le considerazioni e, prima o poi tra almeno quattro, sei mesi deciderà. Diciamolo chiaramente: è solo una questione politica della Wada ed è per questo che è una scelta ridicola per far vedere solo che esiste”.
SINNER, IL RICORSO DELLA WADA E LA CAPPA DELLA CUCINA DELL’HOTEL DEI NUOTATORI CINESI: NON È GIUSTIZIA MA POLITICA
Estratto dell’articolo di Daniele Dellera per www.corriere.it
Con questa decisione (legittima) di presentare ricorso al Tas contro l’assoluzione di Sinner, la Wada non fa giustizia ma politica. L’agenzia, una istituzione, che sovrintende l’antidoping a livello mondiale, è stata messa sotto accusa in questi mesi da atleti, allenatori, organi di informazione a livello internazionale, autorevoli commentatori, scienziati e studiosi del settore, per una delle storie più misteriose e torbide di doping, con al centro la potente federazione di nuoto cinese.
Grave che il caso coperto sia stato indagato con scarso rigore dalla Wada, che si è bevuta la storiella delle cappe della cucina di un hotel che avrebbero contaminato di farmaci quei campioni che poi saccheggiarono l’oro delle piscine dei Giochi di Tokyo. La Wada ha passato giorni difficili, presa a sberle anche durante l’Olimpiade di Parigi, ma ha continuato a fare finta di niente inchinandosi rispettosa e per nulla sospettosa dei metodi cinesi (altro che «negligenza»). Ecco che esplode il caso Sinner non certo gestito bene da chi si prende cura di lui, l’esempio peggiore di questa disorganizzazione è stata la tonsillite «olimpica».
La Wada fa ricorso dimostrando a tutti, anche a chi l’ha criticata per pavidità cinese, di essere forte e autonoma perché manda a processo il numero 1 del mondo del tennis. Forte con i forti… ma debole con i cinesi.
Ora si va al Tas […] La speranza, l’attesa è che al Tribunale di Losanna si faccia giustizia e non politica, senza stravolgere per esempio il passato, la storia che in casi analoghi a questo ha assolto e non condannato. Anzi per dirla tutta, non ha fatto neppure ricorso.
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