Ilaria Salis, quando la toppa è peggio del buco: dopo la figuraccia sulle carceri “razziste”, la maestrina per puntualizzare spara a zero senza nemmeno accorgersene, sui suoi compari giudici rossi

Post originale di Ilaria Salis su ‘X’

Visto che c’è chi è un po’ duro di comprendonio (o in malafede?), vi spiego molto semplicemente perché il sistema carcerario è razzista e classista.
A parità di reato contestato una persona italiana e benestante in galera non ci finisce, mentre una straniera e povera ci finisce eccome.
Avete mai visto il rampollo italico di una buona famiglia del centro di Milano o Roma finire dietro le sbarre? Quanti sono invece i giovani delle periferie sbattuti nelle carceri sovraffollate per reati di lieve entità? Sul nesso tra classe, razza e sistema carcerario ho già scritto e argomentato – e continuerò a farlo -, così come lo fanno con grande professionalità associazioni, esperti, accademici e attivisti. Eppure la constatazione oggettiva che le
carceri sono razziste e classiste crea grande scompiglio.
Forse perché si ha la coda di paglia?
A stretto giro un follower sintetizza la farneticazione della maestrina con la voce da bambina viziata:
Siccome le sentenze, il carcere, le ammende, per lo stesso reato, vengono decise dai giudici.
Quindi Salis, non sta dicendo che LE carceri che sono razziste, ma forse sta supponendo che lo siano i giudici?

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