(ANSA) – MOSCA, 12 SET – L’uso da parte dell’Ucraina di missili a lungo raggio occidentali per colpire la Russia significherĆ che “i Paesi Nato sono in guerra con la Russia”, e Mosca prenderĆ le “decisioni appropriate“. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin.
Putin e le armi a lungo raggio: “CosƬ la Nato ĆØ in guerra con la Russia”
Rifornendo di armi a lungo raggio l’Ucraina, i Paesi dellaĀ NatoĀ sono “in guerra con la Russia“. Lo ha detto il presidenteĀ Vladimir PutinĀ in un discorso al Forum internazionale delle Culture Unite a San Pietroburgo, alzando nuovamente la tensione con gli alleati di KievĀ oltre i livelli di guardia.
La giornata ĆØ stata caratterizzata da un crescendo di “provocazioni”. In mattinata si sparge la voce secondo cui, come lasciato intendere dal segretario di Stato UsaĀ Antony BlinkenĀ nel suo viaggio aĀ Kiev con David Lammy, la Casa Bianca starebbeĀ finalizzando un piano perĀ revocare alcuni limitiĀ all’uso delle armi donate a Kiev per consentire una migliore protezione dai missili russi. Quanto diffuso da Politico ĆØ proprio quello a cui ha fatto riferimento Putin nel tardo pomeriggio.
Il sollevamento deiĀ caveatĀ avverrĆ nel giro di “giorni”, scrive laĀ Bbc, citando “forti indicazioni” in questo senso. Si tratta di estendere la porzione di territorio in Russia che l’Ucraina puĆ² colpire con armi fornite dagliĀ Stati UnitiĀ e dallaĀ Gran Bretagna, vale a dire iĀ missili a lungo raggio franco-britanniciĀ con componenti americaneĀ Storm Shadow, e prevenire ulteriori attacchi delle forze di Mosca oltre il confine. Solo un numero ristretto di funzionari dell’Amministrazione Biden ĆØ coinvolto nei colloqui. I partecipanti lo fanno anonimamente e non sono autorizzati a parlarne. Devono ancora essere definiti i dettagli del piano ma negli ultimi giorni ne stanno parlando insieme non solo funzionari americani ma anche britannici e ucraini.
Nel frattempo, Mosca stringe le viti delle sue alleanze. LaĀ CinaĀ si ĆØ dettaĀ pronta a mantenere “laĀ cooperazione strategicaĀ con la Russia, promuovendo la multipolaritĆ del mondo”, ha spiegatoĀ il ministro degli Esteri cineseĀ Wang YiĀ incontrando Putin. A sua volta la Russia ĆØ decisa a cooperare con l’IranĀ in vari settori di interventi e il commercio bilaterale ĆØ aumentato del 10% nei primi sei mesi del 2024, come sottolineato dal capo del Cremlino al termine di un incontro con il responsabile del Consiglio Supremo di sicurezza iraniano,Ā Ali Akbar Ahmadian.
Il segretario generale della NatoĀ Jens StoltenbergĀ ĆØ quindi intervenuto con un messaggio al quarto summit della Piattaforma della Crimea: “L’Ucraina non ĆØ sola mentre combatte per la libertĆ e il suo futuro. La Nato ĆØ con voi. Condanniamo la recente ondata di attacchi aerei contro i civili e le infrastrutture ucraine. Gli alleati della Nato stanno fornendo unĀ supporto militare fondamentale. Con piĆ¹ sistemi di difesa aerea, compresi iĀ Patriots. E con gliĀ F-16Ā donati dagli alleati. Queste armi sono ora in azione, a difesa dei cieli e delle cittĆ ucraine. Il supporto della Nato andrĆ oltre e piĆ¹ velocemente. Gli alleati continueranno a fornire all’Ucraina le armi, leĀ munizioniĀ e l’equipaggiamentoĀ di cui ha bisogno. Il presidente Putin deve capire che non vacilleremo: non puĆ² aspettarci. Il futuro dell’Ucraina ĆØ nella Nato ed ĆØ su un percorso irreversibile verso l’adesione”.
A turbare Mosca, e a dare un senso alla escalation militare prospettata da Putin, c’ĆØ il netto calo deiĀ ricavi energetici. Infatti ad agosto leĀ esportazioni di petrolioĀ e prodotti petroliferi russi sono diminuite di 290mila barili al giorno, scendendo intorno a quota 7 milioni,Ā il livello piĆ¹ bassoĀ da marzo 2021. Lo comunica l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), aggiungendo che il prezzo medio all’esportazione del petrolio russo ĆØ sceso lo scorso mese di 4,92 dollari a 69,82 dollari. I ricavi delle esportazioni sono diminuiti diĀ 1,6 miliardi di dollariĀ rispetto a luglio e sono stati pari a 15,3 miliardi di dollari: in particolare i ricavi della vendita di prodotti petroliferi sono diminuiti di 480 milioni di dollari, scendendo a 5,6 miliardi di dollari, mentre quelli dal petrolio sono scesi di 1,2 miliardi di dollari, a 9,6 miliardi di dollari.
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Ed ĆØ quello che vogliono caro putin