“Jasmine Paolini ha l’allenatore fascista” Lo sfondone strepitoso del pennivendolo di Repubblica che scambia il logo stampato sulla tuta per uno slogan del ventennio

Nuovo capitolo (qualcuno direbbe, con un po’ di ironia, altra pagina… nera) nella magnifica ossessione social di Luca Bottura. Il giornalista della Stampa è noto, su X, per il suo ruolo di solerte sentinella antifascista, una attitudine che lo fa apparire sempre più velenoso e astioso dimenticando quella ironia che, piaccia o no, è la sua cifra stilistica sulla carta stampata.

Una fisima umana, prima ancora professionale, che lo espone spesso e volentieri agli sfottò (e a volte, anche agli insulti) dei suoi follower. E va detto che ogni tanto, però, sembra cercarsi le polemiche con il lanternino, per il gusto del polverone.

Ed è proprio questa combinazione letale a scatenare la raffica di commenti critici, per così dire, nei confronti del giornalista. Il botta e risposta tra  Bottura e i suoi lettori è letteratura nella letteratura. “Non vorrei giustificare, ma è il logo di un marchio di abbigliamento sportivo”, “Appunto”; “Non so lui, io se fossi il proprietario una bella querela te la farei!”, “Magari, Giovanni. Devo giusto cambiare auto”; “Voi avete un problema serio vedete il fascismo ovunque”, “No, siete voi che vedete antifascisti ovunque. E fate benissimo”; “Anche oggi occasione persa per dire qualcosa di intelligente”, “Riprovi domani. Magari le riesce”, “E perché dovrebbe rovinarlo? La legio X di Cesare, un’unità militare romana di epoca tardo repubblicana, diversa dalla X flottiglia MAS, diversa dalla fanteria di marina X della RSI, che tanti pruriti fanno venire. Beata ignoranza”, “Sì, certo”; “La decima legio è quella di Giulio Cesare, figura storica che ci onora, qual è il problema?”, “Certamente”; “Le ossessioni vanno curate”, “Bravo, si faccia vedere”.

L’ultima è surreale: quella contro Renzo Furlan, tra anni Novanta e Duemila tra i migliori tennisti azzurri al mondo e oggi apprezzatissimo allenatore di Jasmine Paolini, la stella della nostra racchetta. “L’allenatore della migliore tennista italiana pubblicizza un marchio rampante (“Decima Legio”) su una bella tuta nera. Riescono sempre a rovinare anche le cose più belle”, scrive su X senza citare direttamente né Furlan né “i fascisti”, ma il sottinteso è chiaro.

Ad altre sottolineature non c’è risposta: “Jasmine Paolini batti un colpo”, la chiama in causa una utente. “Si vede che non conosce minimamente chi sia, che persona e professionista sia Renzo Furlan. S’informi”. E ancora: “Lei non sta bene. Non conoscevo il marchio. Ho guardato il loro sito. NIENTE. NESSUN richiamo al ventennio. Colori sgargianti e sportivi. Nessuna frase commemorativa. Un marchio senza riferimenti se non a

Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui >https://t.me/capranews

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Previous Article

Un prete si sta preparando a dire la messa della domenica mattina quando la signora Maria accorre in lacrime da lui. "Cosa c'è figliola?" fa il prete

Next Article

"Guarda il mio curriculum e poi ritorna" Dopo i politicanti arrivano i comici: tappata la bocca anche a Luca Bizzarri, che ha ironizzato sulle sue dichiarazioni contro la cittadinanza ai clandestini

Related Posts