“Disastro senza precedenti”. Mare rosso sangue e moria di pesci, turisti in fuga dal paradiso italiano delle vacanze. E la stagione più nera dell’Argentario

Scene apocalittiche, quelle delle settimane scorse: acqua rosso sangue e pesci morti che salgono in superfice. Odore nauseabondo e fuga di turisti dal piccolo paradiso toscano. Centinaia di prenotazioni disdette, spiagge improvvisamente deserte, allarmi, disfunzioni organizzative, surriscaldamento delle acque e moria dei pesci. La stagione più nera dell’Argentario. Tutto – riporta Il Messaggero – è cominciato a luglio con il disastro andato in scena nel suo mare, diventato bollente.

È successo a Orbetello dove il sindaco Andrea Casamenti prova a scherzarci su: “Sono mancate solo le cavallette”. Situazione gravissima e turisti in fuga, chiesto addirittura lo stato di emergenza alla Regione Toscana. Un disastro ecologico. (VIDEO)

Si legge sul sito del WWF: “ Le morie di pesci sono purtroppo solo l’aspetto più evidente di quello che sta accadendo nella Laguna di Orbetello: basti pensare alla sorte degli animali che vivono sul fondo della laguna, come crostacei e molluschi. Purtroppo, dobbiamo ricordare quanto abbiamo evidenziato da anni poiché siamo di fronte ad episodi che ormai si verificano ciclicamente. L’ultimo, giunto alle cronache nazionali per l’enorme numero di pesci morti, risale al 2015, ma episodi simili ci sono stati anche negli anni ‘80 e ‘90”.

Il fenomeno si chiama anossia. A esprimere da anni le sue preoccupazioni era stato il vicepresidente di Fedagripesca Toscana, Andrea Bartoli, il quale ha spiegato all’Ansa, «che le cause sono note a tutti: il surriscaldamento delle acque lagunari, l’anossia provocata dall’alga valonia e i valori chimici fuori controllo (fosforo e azoto usati in agricoltura per i fertilizzanti), stanno spazzando via tutto il pesce”.

“Sia quello da vendere subito che quello appena nato, destinato a rigenerare la fauna ittica in laguna. Ripetiamo da anni che si tratta di un evidente problema su cui intervenire alla fonte: adesso è diventato irrimandabile, speriamo che le istituzioni preposte si attivino”. Da metà luglio sono stati smaltiti mille quintali di carcasse. E i numeri sono destinati a crescere.

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