di Paolo Cagnoni per The Social Post
A due anni di distanza dalla fine della pandemia da Covid-19, perlomeno nella sua forma più acuta che aveva portato il Governo ad adottare misure estreme come il lockdown e il tanto discusso Green Pass, emergono nuove informazioni che rinfocolano le polemiche sull’effettivo potenziale dei vaccini a mRNA somministrati durante il periodo pandemico. L’ultima novità è emersa grazie al lavoro dell’Associazione Arbitrium PSG, che in una missiva aveva rivolto alcune domande alle autorità riguardo alla campagna vaccinale. La risposta di Aifa al quesito “si chiede di indicare quale specialità medicinale sia stata autorizzata in Italia con l’indicazione specifica: prevenzione della trasmissione dell’agente Sars Cov-2“, è stata, testualmente, che “nessun vaccino Covid-19 approvato presenta l’indicazione: prevenzione della trasmissione dell’infezione dell’agente Sars Cov-2″. Secondo quanto riferito dall’Avvocato dell’Associazione, Valeria Panetta, alla Bussola, “mentre il Ministero ci ha risposto di non avere la documentazione e l’Iss ci ha rimbalzato ad Aifa, la risposta dell’Ente Nazionale del Farmaco è quella che ci ha lasciati più spiazzati“.
“Aifa”, ha proseguito Panetta, “non ha potuto nascondere ciò che si sapeva, e che tra l’altro avevano già detto le case produttrici: e cioè che i vaccini non possono prevenire un bel niente. La risposta è clamorosa”, ha proseguito il legale, “perché apre a molti scenari politici e giudiziari, confermando che la legislazione di riferimento sul Covid si basava su assunti dimostratisi falsi”. Questa almeno è l’interpretazione che l’Avvocato dell’Associazione Arbitrium PSG dà alle ammissioni di Aifa. “Era scritto a chiare lettere“, ha spiegato il legale, “che la vaccinazione veniva resa obbligatoria per prevenire l’infezione da Sars Cov 2, non la malattia da Covid 19″. Una differenza che secondo l’Avvocato sarebbe significativa. In seguito, Panetta cita l’Art. 4 della legge voluta dal Governo sugli obblighi vaccinali per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario. “(Gli operatori sanitari) sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezione da Sars Cov-2“, si leggeva nel decreto. “La vaccinazione costituisce requisito essenziale per l’esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative rese dai soggetti obbligati”.
Di conseguenza, spiega l’Avvocato, “lo Stato ha obbligato la somministrazione di un prodotto che non aveva funzione per la sua ratio legis“. Questo metterebbe in discussione anche l’adozione del famigerato Green Pass, secondo i legali dell’Associazione. Peraltro, Aifa aveva già ammesso in passato che la somministrazione del vaccino non fermava il contagio. Nelle FAQ pubblicate il 4 Agosto 2021 sul proprio sito ufficiale, l’Agenzia del Farmaco scriveva che “i vaccini attualmente in uso emergenziale non prevengono la trasmissibilità e la circolazione del virus, ma solamente la malattia Covid-19 determinata dal virus Sars Cov-2″. Ora, con tutta probabilità, la discussione si incentrerà proprio su queste tre informazioni. La prima, che ha dato il via alle contestazioni dell’Associazione, è che in effetti nessun vaccino poteva prevenire la trasmissione del contagio. La seconda, che le comunicazioni del Governo di fronte a questa evidenza sono state discutibili o quantomeno poco ortodosse. La terza, da parte di chi era ed è convinto dell’importanza di somministrare il vaccino, che in ogni caso esso era efficace per limitare i danni provocati dal contatto con il virus del Covid. Pochi giorni dopo la composizione delle Commissioni d’Inchiesta di Camera e Senato sulla gestione del periodo pandemico, la risposta di Aifa a specifica domanda è destinata a innescare ulteriori polemiche.
Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui >https://t.me/capranews
In galera tutti quanti devono finire, delinquenti!