tratto dal blog di Nicola Porro
Nel cuore dell’Europa orientale, il conflitto tra Ucraina e Russia continua a suscitare profonde preoccupazioni, con ripercussioni che vanno ben oltre i confini nazionali e sfiorano le vite di milioni di persone, ridisegnando il panorama geopolitico della regione. Le tensioni tra i due Paesi hanno raggiunto picchi senza precedenti, alimentate da una serie di eventi recenti che includono azioni militari e dichiarazioni incisive da parte dei loro leader. Tra questi, spicca il presidente russo Vladimir Putin, che ha tenuto una riunione dedicata agli ultimi sviluppi nel territorio di Kursk, teatro di incursioni da parte delle forze ucraine.
Durante l’incontro, Putin ha manifestato una forte resistenza all’idea di futuri negoziati con l’Ucraina, accusando il Paese vicino di perpetrare atti provocatori con l’intento di minare la sicurezza della Russia e dei suoi abitanti. “Di che tipo di negoziati possiamo parlare con persone che colpiscono indiscriminatamente civili, infrastrutture civili o cercano di creare una minaccia per gli impianti di energia nucleare? – ha detto lo Zar – È possibile parlare con loro?”. Putin ha inoltre evidenziato un incremento nelle perdite subite dalle forze armate ucraine, interpretando questi eventi come segnali di disperazione o risultato di manipolazioni esterne.
Secondo il governatore di Kursk, gruppi di sabotaggio ucraini hanno avuto la capacità di penetrare fino a 12 chilometri all’interno del territorio russo. Tale situazione ha portato il governatore locale a confermare che le truppe ucraine hanno preso il controllo di 28 località, evidenziando la serietà della minaccia avvertita da Mosca.
Putin ha lanciato accuse pesanti contro il governo di Kiev, sostenendo che, sotto l’influenza occidentale, l’Ucraina abbia respinto le proposte di pace, scegliendo invece di alimentare il conflitto e la destabilizzazione. Questa prospettiva di ostilità deliberata sembra aver rafforzato la determinazione della Russia nel respingere quello che percepisce come un attacco non provocato. “Il nemico sta eseguendo la volontà dei suoi padroni occidentali”, ha detto Putin sottolineando come Kiev “apparentemente” stia “cercando di migliorare le sue posizioni negoziali in futuro”.
Come risposta, la Russia sta intensificando le proprie operazioni militari, con l’obiettivo di scacciare le forze ucraine dai territori occupati, annunciando così un’escalation del conflitto. Putin ha chiamato a raccolta i settori industriali e di sicurezza del Paese per sostenere lo sforzo bellico, segnale di una mobilitazione su vasta scala. “Il nemico continuerà a cercare di destabilizzare la situazione nella zona di confine – ha detto – per scuotere la situazione politica interna nel nostro Paese”.
Dopo l’attacco ucraino a Kursk sono sparite le voci su possibili trattative e sulla pace
di Vittorio Rangeloni (inviato nel Donbass) dal suo canale Telegram
Oggi sia Putin che Zelensky hanno commentato la nuova escalation.
Putin ha affermato che “con Kiev, dopo gli attacchi ai civili ed agli impianti per l’energia nucleare, non c’è più nulla di cui parlare. “Il nemico, indubbiamente, riceverà una risposta degna. Tutti gli obiettivi che ci siamo prefissati, senza dubbio, saranno raggiunti”.
Allo stesso tempo il presidente ucraino ha dichiarato che i fatti di Kursk determineranno la fine per Putin: “24 anni fa, il disastro del “Kursk” (riferendosi all’incidente del sommergibile, n.d.r) ha segnato l’inizio simbolico del suo governo . Ora è chiaro che questo è il suo finale”.
Dopo l’attacco a sorpresa iniziale da parte ucraina, ora il perimetro del fronte si è abbastanza stabilizzato, anche se le violente battaglie persistono. In alcuni settori l’esercito di Kiev tenta di infiltrarsi ulteriormente nei villaggi russi, in altri sono i combattenti di Mosca a premere sulle difese ucraine. Se nei primi giorni della nuova offensiva in rete apparivano video di soldati russi catturati dagli ucraini, ora questo fenomeno accade sempre più spesso a parti inverse.
Operazione disperazione o “tiramisù”: Kiev ha mandato i soldati migliori per affrontare militari di leva a Kursk.
The Economist pubblica un reportage molto emotivo con le interviste dei soldati feriti sul nuovo fronte, durante l’avanzata.
“Abbiamo inviato le nostre unità più pronte al combattimento nel punto più debole del loro confine”, afferma una fonte dello stato maggiore dispiegata nella regione.
“I soldati di leva hanno affrontato i paracadutisti e si sono semplicemente arresi”.
Alcuni gruppi si sarebbero spinti fino a 40km, ma non è andata benissimo. Si parla di molti uomini semplicemente disintegrati dalle bombe plananti.
“Tutto bruciava. Braccia qui, gambe là”, dodici uomini della compagnia morti all’istante dice Ivan, ferito dalle schegge.
Davanti a questo sacrificio di forze speciali, mentre Kiev arranca negli alti punti del fronte ed è costretta a rapire gli uomini in età di leva per strada, per la carenza di “carne”, sono poco chiari i principali obiettivi della guerra.
Per The Economist l’obiettivo minimo è quello di distogliere truppe russe dagli altri fronti. Ma neanche così le cose vanno benissimo.
“I loro comandanti non sono idioti“, afferma la fonte dello stato maggiore ucraino. “Stanno spostando le forze, ma non così rapidamente come vorremmo. Sanno che non possiamo estendere la logistica di 80 o 100 km.”
Cosa resta di questa grande operazione che il Times ha già definito “disperata”?
Alza il morale delle truppe, un’operazione tiramisù.
Stanchi, sporchi ed esausti, i soldati affermano di non rimpiangere nulla di questa rischiosa operazione che ha già ucciso decine di loro commilitoni: vi si unirebbero in un batter d’occhio. “Per la prima volta da molto tempo ci siamo mossi”, dice Angol. “Mi sentivo come una tigre”, scrive The Economist.
Bella consolazione. Se il problema era quello di tirare su il morale dei suoi uomini, Zelensky non poteva portarli al circo anziché a morire? Dicono fosse un bravo comico, almeno…
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Platone in “La Repubblica” aveva ragione: le democrazie si trasformano poi in oligarchie, un gruppo di pochi ricchi che assumono il controllo dello Stato grazie ai loro soldi.
Negli USA abbiamo due oligarchie che si stanno scontrando: quella attualmente al potere contro Trump-Musk.
I “DEM” sanno che perderanno e “pensano” che un guerra mondiale risolverebbe tutti i loro problemi: rimarrebbero al potere, mangerebbero miliardi di dollari facendo la cresta sulle spese militari, “ridurrebbero” la popolazione di noi “mangiatori inutili” tutto ciò sarebbe il vero “grande reset”… poi, ricostruirebbero un società iper-totalitaria.