Estratto dell’articolo di Marco Carta per “La Repubblica – Edizione Roma”
Nel 2004 il primo scippo a 11 anni. Poi un’escalation criminale da Guinness dei primati: 148 denunce per borseggi e furti in 20 anni. E un cumulo di 30 anni di carcere che forse Ana Zahirovic non sconterà. Almeno per il momento. Perché Lady Scippo, la borseggiatrice rom di origine croata che ieri è stata trasferita dai carabinieri a Rebibbia, potrebbe tornare a casa già nelle prossime ore.
«Lo prevede la legge» dice chiaramente uno dei legali che in passato ha seguito la 31enne, stupito e impaurito dal clamore mediatico della vicenda. «Ana è stata messa dietro alle sbarre con una figlia di 3 mesi che sta ancora allattando. Ci sono tutti i presupposti per chiedere il differimento della pena».
D’altronde il codice è chiaro e prevede il differimento dell’esecuzione penale per le donne incinte o con figli con meno di un anno. Ed è la norma, a tutela dei minori, che garantisce la libertà a molte borseggiatrici nonostante i continui arresti.
Quella di maggio per Ana Zhirovic è la decima gravidanza portata a termine. Il primo figlio, ancora minorenne, è nato quando la donna non aveva nemmeno compiuto 18 anni. Dopo di che la 31enne, che vive nel campo rom di Castel Romano, ha alternato la sua esistenza tra parti a intervalli regolari, scippi e arresti, riuscendo sempre a evitare in questo modo il carcere.
L’ultimo arresto risale allo scorso giugno in via del Seminario, a pochi passi dal Pantheon. Ana è stata sorpresa insieme a una collega mentre sfilava il portafogliodallo zaino di una turista francese. Il colpo, che aveva fruttato 700 euro, era stato subito scoperto dalle forze dell’ordine che avevano arrestato le due rom in flagranza di reato. Ana si era specializzata nei borseggi in metropolitana. Ma a causa della sua fama, ormai da qualche tempo, le banchine della linea A e della linea Bper lei erano off limits.
Per questo si era tuffata nelle strade a ridosso dei monumenti a caccia di turisti distratti con il classico trucco del giornale o dello scialle a coprire la mano durante il borseggio.
Il provvedimento, emesso dalla procura di Roma ufficio esecuzioni penali, è stato eseguito dai carabinieri di Pomezia che sono andati a prendere la 31enne nel suo container di Castel Romano: la borseggiatrice deve scontare un residuo pene pari a 30 anni di carcere, accumulutate negli ultimi 20 anni.
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