Estratto dell’articolo di Stefano Baldolini per www.repubblica.it
“Antonio caro, perché hai accettato l’inciucio?”. E ancora: “Sei o non sei il capo del Ppe?”. Un editoriale di fuoco quello di Vittorio Feltri contro Antonio Tajani che secondo il direttore editoriale del Giornale non sarebbe altro che una costola della sinistra in Europa. Dove invece dovrebbe seguire Giorgia Meloni e non fare il gioco di Elly Schlein e della sinistra “gongolanti”.
“Superficiale e distratto”, vittima di “senile confusione”, la batteria delle repliche dal quartier generale di Forza Italia. Insomma, botte da orbi a destra sul ruolo del vicepremier nelle trattative per i cosiddetti top jobs in Ue. Con uno scontro tra forzisti e il Giornale di cui non si ha memoria e che desta un certo scalpore, considerato che Paolo Berlusconi della società editrice del quotidiano di famiglia è ancora presidente onorario – e viste anche le recenti prese di posizione pro diritti e pro sinistra di Marina Berlusconi, invece entusiasta della linea europeista del partito.
Parole al vetriolo quelle di Feltri, con tanto di invito a non deludere il sempre presente Silvio Berlusconi, solo grazie al quale – scrive Feltri – lo stesso Tajani “è giunto ai vertici del Parlamento di Strasburgo accomodato nella bambagia del Ppe acconciatagli” dal Cavaliere.
Altrettanto dure le reazioni dagli esponenti del partito del vicepremier e ministro degli Esteri. “L’articolo odierno – sottolinea il capogruppo di FI Maurizio Gasparri – non entrerà nella top ten degli scritti” di Feltri. Che “per superficialità o per distrazione ha scritto cose che prescindono dalla realtà”. […]
Mentre il presidente dei deputati FI Paolo Barelli non esita a definire “offensive” le parole di Feltri che “destano sorpresa perché manifestano una senile confusione di idee lontane dalla realtà”. Mentre al di là delle “irrazionali elucubrazioni”, Forza Italia “è un partito europeista che ha nel suo dna la tutela degli interessi del nostro Paese”.
Durissimo il portavoce forzista Raffaele Nevi: “Vittorio Feltri, come spesso gli capita, ormai, parla di cose che non conosce. Dovrebbe quindi capire che è arrivata l’ora, per lui, di mettersi a riposo. Tra l’altro, chi lo conosce comprende bene che ne ha veramente bisogno”.
Oltre alla richiesta delle scuse “per tutte le fesserie che ha costretto un importante giornale a pubblicare”, puntualizza Gasparri, “scriveremo un articolo più informato e lucido”, ricordando come lui e il suo amico Antonio siano anch’essi giornalisti. Cosa ricordata, appena dieci giorni fa dal direttore Alessandro Sallusti per i 50 anni del quotidiano fondato da Indro Montanelli.
“Forse non tutti sanno – raccontò con mezzo governo schierato sul palco dell’hotel Portrait di Milano – che Tajani è un mio redattore, un mio dipendente. Un giornalista del Giornale prestato gratis alla politica”. Un dettaglio che ora sa tanto di avvertimento.
QUESTE LE REPLICHE DEL DIRETTORISSIMO, DIRETTAMENTE DAL SUO ACCOUNT SU ‘X’
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