“Stop a milioni di veicoli” Attenzione, se hai questa auto da Settembre in questa regione la tua potrebbe diventare fuorilegge. E dovrai ringraziare il centrodestra, oramai allineato ai diktat della feccia di Bruxelles

Stop ai veicoli diesel Euro 5. Sarà il Piemonte la prima regione italiana a prepararsi all’entrata in vigore di un piano rimasto nel cassetto per anni, che adesso Bruxelles ha chiesto di mettere in pratica.

Dal prossimo 16 settembre, il Piemonte bloccherà la circolazione dei veicoli Euro 5 fino al 15 aprile 2024: la misura interessa quasi 415mila mezzi e 76 comuni, tra cui le province di Torino, Cuneo e Novara, le aree con più di 10mila abitanti risultate maggiormente inquinate.

L’entrata in vigore di questo intervento era prevista per il 2025, ma il pressing dell’Europa e le procedure di infrazione aperte contro l’Italia, hanno costretto la giunta piemontese ad accelerare i tempi, mettendo però in allarme artigiani, commercianti, sindacati e piccole imprese che rischiano di pagare in prima persona il prezzo della transizione. Lo stop, che sarà dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 19. riguarda infatti 415mila veicoli tra cui 130mila mezzi commerciali Euro 5 e le 285mila autovetture. Non potranno circolare invece per tutta la settimana i diesel e benzina fino a Euro 2 incluso e i Gpl e metano fino a Euro 1 incluso.

Dal 15 settembre il blocco degli Euro 5 a diesel diventerà quindi strutturale in Piemonte e non più una misura legata a giornate particolare o in conseguenza di elevati livelli di smog.

Al momento la decisione piemontese rimane isolata, anche se in Lombardia esistono già regole simili.

Stop agli Euro 5, la giravolta di Salvini: tocca al Piemonte di centrodestra ed è una “forzatura” dell’Ue. Un anno fa a Milano era “colpa di Sala”
Meno di un anno fa, quando fu Milano a introdurre l’Area B off-limits fino ai veicoli Euro 5, parlava di una “sciocchezza che non aiuta l’ambiente ma danneggia migliaia di lavoratrici e lavoratori meno abbienti”. Strillava ai picchetti insieme ai sindaci dell’hinterland: “Un provvedimento razzista e classistainutile e dannoso. Una scelta insensata”. Adesso che lo stesso divieto scatta a Torino e nell’hinterland per volere della Regione Piemonte guidata dal suo centrodestra, Matteo Salvini lancia strali contro l’Unione Europea. La difesa della Lega è il solito ululare contro Bruxelles e la “ennesima forzatura” sui temi green: “Si tratta di una scelta ideologica e dannosa”. E il partito annuncia che Salvini “ha avuto dei confronti – anche con colleghi di governo a partire dal ministro Pichetto Fratin – ed è determinato a intervenire per correggere questo provvedimento che metterebbe in seria difficoltà centinaia di migliaia di famiglie e di lavoratori”.

Quello che il leader del Carroccio non racconta è che la scelta dell’amministrazione di centrodestra guidata da Alberto Cirio di anticipare di due anni il momento del bando degli Euro 5 ha alla radice la stessa motivazione di Beppe Sala: tre procedure di infrazione dell’Ue per i livelli di inquinamento nel bacino padano, una delle quali arrivata a sentenza di condanna nel 2020. Tra i piani adottati volontariamente per evitare le maxi-sanzioni c’è stato anche l’anticipo ai motori diesel fino a Euro 5, fissato nel 2025. Quando la scelta è stata presa dal capoluogo lombardo guidato dal centrosinistra, però, tutto questo è stato dimenticato. Adesso che tocca a un’amministrazione di cui fa parte anche la Lega, il ministro dei Trasporti strilla contro Bruxelles e promette un intervento in extremis per allontanare il blocco coordinandosi con i colleghi di governo. Lo stop fa parte di quelle “misure molto pesanti che siamo costretti ad attuare” perché imposte dalla “procedura di infrazione nei confronti dell’Italia che coinvolge anche il Piemonte”, hanno ribadito Cirio e l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati, ringraziando Salvini per la “vicinanza”. Il divieto scatterà il 15 settembre e ricalca in pieno quanto avvenuto a Milano. Le due situazioni sono perfettamente sovrapponibili. Certo, le polemiche non mancano anche nel Torinese. Le hanno avanzate Confesercenti e Confartigianato parlando di un “colpo di grazia” per l’economia.

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