Nota della Lega
La Lega ha dato mandato ai propri legali di presentare un esposto in Procura e di procedere in tutte le sedi per ripristinare la veritĆ e tutelare le proprie ragioni, dopo la sconcertante inchiesta pubblicata oggi dal quotidiano diretto da Maurizio Belpietro: la vicenda dellāhotel Metropol di Mosca – scrive oggi il giornale – ĆØ stata una macchinazione costruita a tavolino per colpire il partito e il leader Matteo Salvini (ai tempi Vicepremier e Ministro dellāInterno) alla vigilia delle ultime elezioni Europee.
Altro che scoop: un faccendiere scriveva, parlava, registrava, cercava in tutti i modi di tirare in ballo la Lega e poi passava tutto allāamico giornalista che confezionava gli articoli per la felicitĆ della sinistra e dei suoi giornali. I due (faccendiere e giornalista) si parlavano spesso, si incontravano, addirittura si erano recati a Mosca insieme. Non una inchiesta, quindi, ma una macchinazione per incastrare i rivali politici. Il tutto ĆØ stato annotato dalla Guardia di Finanza e riportato con evidenza da La VeritĆ di oggi.
Ć bene ricordare che, dopo anni, i giudici hanno giĆ stabilito lāassenza di passaggi di denaro dalla Russia o di reati a carico della Lega. Ora, queste rivelazioni offrono nuovi spunti che – ne siamo certi – saranno di grande interesse giudiziario. Siamo di fronte a uno scandalo, a una macchinazione che ha inquinato la nostra democrazia e il dibattito pubblico: la Lega si aspetta interventi chiari dalla politica, dalla magistratura, dallāordine dei giornalisti e dai commentatori che per anni hanno rovesciato fango.
Ps: il direttore che aveva consentito la pubblicazione delle trame contro Salvini, Marco Damilano, ĆØ stato poi promosso in Rai dalla sinistra. Ci aspettiamo parole inequivocabili anche da parte sua.
CosƬ una nota della Lega.
LE TRAME RUSSE DELLāĀ«ESPRESSOĀ» PER INCASTRARE SALVINI E LA LEGA
Estratto dellāarticolo di Giacomo Amadori per āLa VeritĆ ā
Quattro anni fa lāallora direttore dellāEspresso Marco Damilano aveva paragonato lāinchiesta sul Metropol portata avanti dai suoi cronisti nientemeno che al Watergate. Stiamo parlando, per chi non lo ricordasse, del celebre o famigerato (dipende dai punti di vista) Ā«scoopĀ» sulla presunta trattativa tra emissari del Carroccio e oscuri personaggi russi, legati al mondo putiniano, per far arrivare rubli alla Lega grazie a una compravendita di petrolio a prezzo scontato.
Due segugi del settimanale avevano raccontato di essere riusciti a seguire le contrattazioni in tempo reale e di aver persino messo le mani sulla registrazione di uno degli incontri. Unāesclusiva che allāepoca fece il giro del mondo e portò allāapertura di unāinchiesta per corruzione internazionale presso la Procura di Milano. Con quegli articoli e con un tomo a essi collegato (Il libro nero della Lega) media e politica cercarono di mettere in difficoltĆ Matteo Salvini alla vigilia delle Europee.
Lāannotazione della Gdf
Oggi che il fascicolo penale ĆØ stato archiviato, la storia di questa parodia del Watergate va probabilmente riscritta alla luce di unāinformativa del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano, datata luglio 2020, che La VeritĆ ha visionato in esclusiva.
Unāannotazione che getta una luce sinistra sullāintera inchiesta giornalistica del settimanale, allāepoca di proprietĆ della famiglia di Carlo De Benedetti. Ricordiamo che lo stesso editore nel 2020 ha fondato il quotidiano Il Domani e ha assunto nel suo nuovo giornale proprio il principale autore degli articoli sul Metropol.
Scrivono nel 2020 le Fiamme gialle: Ā«Dagli accertamenti svolti [ā¦] sono emerse tracce di contatti telefonici e di incontri intercorsi nel periodo dāinteresse investigativo (2018/2019) tra uno degli indagati, Gianluca Meranda, e uno dei giornalisti firmatari dello scoop da cui ha tratto origine lāindagine, Giovanni Tizian (oggi al Domani, ndr)Ā».
Il cinquantatreenne calabrese Meranda, in quel momento, non ĆØ un indagato qualunque, bensƬ lāuomo che, come vedremo, aveva consentito che nascesse il cosiddetto caso Metropol, con dichiarazioni mirate ai giornali e registrazioni autoaccusatorie.
Sul suo iPhone X gli investigatori avevano rinvenuto Ā«alcune fotografie risultate sostanzialmente sovrapponibili a quelle pubblicate su LāEspresso a margine degli articoli a firma dello stesso TizianĀ». I due autori, Tizian e Stefano Vergine, hanno raccontato ai magistrati di aver lavorato per mesi e di essersi recati personalmente al Metropol dove si sarebbe svolta la famosa trattativa per vendere oro nero con lo sconto allāEni cosƬ da consentire agli emissari della Lega di realizzare una robusta cresta.
Ma non hanno mai voluto raccontare chi gli abbia consigliato di recarsi nellāalbergo, o chi gli abbia consegnato lāaudio del negoziato, lo stesso consegnato da Vergine ai magistrati di Milano che, con la notizia di reato a disposizione, hanno potuto iscrivere sul registro degli indagati i tre convitati italiani del Metropol con lāaccusa di corruzione internazionale.
Sono finiti cosƬ sotto inchiesta, oltre a Meranda, il sessantaseienne bancario toscano in pensione Francesco Vannucci e lāex portavoce di Matteo Salvini, il cinquantanovenne ligure Gianluca Savoini, giĆ fondatore dellāassociazione culturale Lombardia-Russia. Una strana combriccola che in gran fretta i giornali progressisti incolparono di quasi tutto, tranne che dellā11 settembre.
[…] Tre personaggi un poā misteriosi che, però, a parte Savoini, con la Lega cāentravano poco e avevano in comune tra di loro solo lāaffare del petrolio. Nellāistanza di archiviazione per i presunti mariuoli la Procura di Milano ci ha fatto sapere che a registrare le voci del Metropol era stato con tutta probabilitĆ proprio Meranda. E allora un terribile dubbio ha iniziato a ronzarci nella testa.
Il sospetto di un complottone di cui, però, non ci erano chiari i contorni. Che ci sono apparsi netti quando abbiamo potuto compulsare lāannotazione di oltre seicento pagine che la Finanza, come detto, aveva trasmesso alla Procura di Milano giĆ nel luglio del 2020. Con grande sorpresa abbiamo scoperto che Tizian, il presunto Bob Woodward italiano, aveva conosciuto Meranda ben prima dellāincontro del Metropol e si era visto con lui diverse volte prima della pubblicazione dellāinchiesta.
Nellāinformativa si fa riferimento a una Ā«conoscenza direttaĀ» e a Ā«frequentazioni tra Meranda e Tizian, risalenti quantomeno al luglio 2018Ā». CioĆØ tre mesi prima della riunione moscovita. Nellāagenda del cellulare dellāavvocato Ā«risultano registrati 14 promemoria di appuntamenti con Tizian nel periodo dal 25 luglio 2018 al 24 giugno 2019Ā».
In un solo caso, il 30 gennaio 2019, probabilmente in vista dellāuscita del libro, compare anche il nominativo dellāaltro giornalista, Vergine. Una notizia che per i militari avvalora Ā«la tesiĀ» che Tizian e Meranda Ā«fossero in contatto diretto nel pieno dello sviluppo degli accadimenti oggetto dāindagine (e anche dopo)Ā».
[…] Alcuni appuntamenti non sarebbero casuali, ma Ā«risultano fissati proprio in prossimitĆ o a cavallo di eventi di interesse investigativo, di per sĆ© compatibili con la rendicontazione da parte di Meranda degli sviluppi degli accordi politici e delle trattative petrolifereĀ». Per esempio il primo incontro, quello del 25 luglio 2018, «è immediatamente prossimo a importanti sviluppi degli embrionali accordi e delle trattative commerciali oggetto dāinchiesta giornalistica e, quindi, dāindagine, contestualizzabili tra il 10 e il 24 luglio 2018Ā».
In questāultima data Meranda riceve, via mail, una bozza di offerta commerciale dalla russa Avangard gas and oil company, documento che verrĆ successivamente pubblicato sullāEspresso del 24 febbraio 2019, dove si darĆ conto anche di questa trattativa abortita, tirando in ballo Savoini e non lāavvocato calabrese. Centrale per gli investigatori e per la nostra controinchiesta ĆØ il promemoria del 16 ottobre 2018 dellāappuntamento, calendarizzato da Meranda, con Tizian presso il proprio ufficio (Ā«stanza GMĀ»), tra le 16 e le 17.
I finanzieri evidenziano: Ā«La data della riunione ĆØ immediatamente prossima alla partenza di Meranda e Tizian per Mosca, con lo stesso volo AlitaliaĀ», decollato da Roma Fiumicino il 17 ottobre 2018. Un viaggio Ā«propedeuticoĀ» allāincontro del Metropol, Ā«oggetto dāinchiesta giornalistica e, quindi, dāindagineĀ». CioĆØ, per chi non lo avesse ancora capito, poche ore prima di animare (e registrare) il summit moscovita Meranda ha incontrato Tizian nel proprio studio.
Poi i due sono partiti per la Russia con il medesimo aereo. Uno sedeva al posto 6C e lāaltro al 7B. Che cosa si saranno detti Meranda e Tizian prima di volare a Mosca? Fatto sta che due giorni dopo Meranda si registra, pronuncia alcune delle frasi più compromettenti al tavolo, fa il riassunto dellāaccordo, lo trascrive sulla sua agenda, lo fotografa e lo invia agli altri partecipanti. Insomma ĆØ lui a inguaiare tutti i presenti.
Pronunciando parole come queste: Ā«Non ĆØ una questione professionale, ma politicaĀ». Oppure: Ā«Lāaffare non serve per arricchirsi, ma per sostenere una campagna politica, che ĆØ di beneficio, di reciproco vantaggio, per entrambi i Paesi coinvolti (Italia e Russia)Ā». Fa riferimento anche a una Ā«soglia (di sconto, ndr) pattuita dai nostri politici (āour political guysā)Ā». Altra data significativa ĆØ il 21 dicembre 2019.
Quel giorno Meranda ha fissato lāappuntamento con Tizian tra le 17 e le 18. Alle 17:34, probabilmente con il giornalista di fronte, invia una mail a una referente della societĆ multinazionale Interfax Ā«specializzata nella raccolta di informazioni su imprese e imprenditori in RussiaĀ» e inserisce Ā«in copia conoscenza lāindirizzo di posta elettronica di TizianĀ».
Scrive: Ā«Ciao Kate, Giovanni Tizian potrebbe aver bisogno dellāassistenza della tua azienda. Giovanni – Kate ĆØ una professionista molto simpatica. Puoi metterti in contatto direttamente senza bisogno di tenermi in copiaĀ». I finanzieri annotano anche un altro particolare di non poco conto: Ā«Dalla disamina delle proprietĆ del file audio consegnato dal giornalista Stefano Vergine ai pubblici ministeri titolari delle indagini in data 19 giugno 2019, contenente la registrazione della conversazione dellāincontro allāhotel Metropol [ā¦] si rileva che la data di ultima modifica ĆØ quella del 22 dicembre 2018, ore 11:53. Esattamente il giorno dopo lāappuntamento tra Meranda e TizianĀ».
La chiavetta, dunque, potrebbe essere stata consegnata ai giornalisti quasi come un regalo di Natale. La riunione del 23 febbraio 2019 ĆØ, invece, Ā«immediatamente prossima alla diffusione dellāarticolo intitolato āQuei 3 milioni russi per Matteo Salvini: ecco lāinchiesta che fa tremare la LegaāĀ», servizio Ā«distribuito in edicola in 24 febbraioĀ». Il giorno dopo esce, invece, Il libro nero della Lega che contiene un capitolo sulla vicenda del Metropol.
I primi pezzi sono illustrati anche con foto che sarebbero state realizzate dallo stesso Meranda, il quale in alcuni messaggi Ā«ne assume la paternitĆ Ā». […] Le immagini sarebbero state scattate a Mosca il 6 giugno, il 28 agosto e il 13 dicembre 2018 e raffigurano alcuni dei luoghi dove si sarebbero svolte le trattative per lāacquisto del petrolio.
Per i magistrati sono gli stessi scatti pubblicati sui numeri dellāEspresso del 24 febbraio e del 3 marzo 2019. […] Nei giorni successivi allāuscita del servizio del 3 marzo (Ā«La lunga trattativa di mister LegaĀ»), Meranda invia tramite Whatsapp sia il nuovo Ā«scoopĀ» del settimanale che il capitolo del libro che lo riguarda a suo fratello Giuseppe, a un colonnello della Guardia di finanza e a un dirigente di Leonardo.
Lāarticolo ĆØ trasmesso anche a un albergatore in pensione, con un precedente di tentata estorsione e un ruolo da ambasciatore dellāOrdine di Malta. Gli incontri tra Tizian e Meranda proseguono: uno a marzo (il 6), ben tre ad aprile (7-17-29), uno a maggio (23) e due a giugno (14-24), a cavallo della consegna dellāaudio alla Procura di Milano (19 giugno).
I due si scambiano pochissime telefonate (sulla linea normale solo tre, in concomitanza con gli incontri) e nessun messaggio, ma dallāannotazione apprendiamo che almeno in tre occasioni Meranda, su Whatsapp, descrive Tizian come un suo amico. Più precisamente Ā«vecchio amicoĀ», Ā«a friend of mineĀ» e Ā«amico caroĀ». Leggiamo. Il 18 luglio 2018, alla vigilia del primo incontro nel suo studio, Meranda commenta lāarticolo di Tizian e Vergine che gli aveva inviato una leghista di Formello, allora coordinatrice locale (il servizio si intitolava Ā«Matteo Salvini ha fondato un altro partito: e quindi dovrebbe essere espulso dalla LegaĀ»).Ā«Si, avevo letto (Giovanni Tizian ĆØ un vecchio amico)Ā» fa sapere.
[…]Ā Il 23 maggio, data dellāennesimo appuntamento con il cronista, lāavvocato cosentino manda un messaggio a un magistrato originario della stessa provincia, Paolo Guido (lāaggiunto della Procura di Palermo che ha condotto le indagini che hanno portato allāarresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro): Ā«Ciao Paolo, un amico caro dellāEspresso vorrebbe mettersi in contatto con teĀ». Anche in questo caso Meranda inoltra il numero di Tizian. Gli investigatori non riferiscono se Guido abbia risposto o incontrato il giornalista.
Quel che pare certo ĆØ che Tizian, in una delle occasioni in cui si sarebbe visto con Meranda, avrebbe convinto questāultimo a fargli da intermediario per entrare in contatto con un importante magistrato. Le Fiamme gialle hanno trovato traccia sul telefonino dellāex indagato anche di tre chiamate Whatsapp della durata di alcuni minuti, tutte risalenti alla prima decade del luglio 2019.
Ā«Le ultime due, dellā11 luglio 2019, ricadono in un momento essenziale per lo sviluppo delle indaginiĀ» puntualizzano i finanzieri. Infatti il giorno prima, il 10 luglio, il sito americano di news online Buzzfeed aveva pubblicato stralci dellāaudio del Metropol e lā11 luglio le principali agenzie di stampa avevano annunciato lāavvio di indagini da parte della Procura della Repubblica di Milano, rese attuali dalla diffusione della registrazione. Sempre su WhatsApp risultava attiva una conversazione, priva di messaggi.
Ā«Anche questāultimo evento datato, 17 luglio 2019 (ore 00:55), ricade in un momento essenziale per lo sviluppo delle indaginiĀ» appuntano gli investigatori. Infatti, il 16 luglio, alle 9:45, Meranda aveva ricevuto lāavviso di garanzia con lāinvito a rendere interrogatorio. Poche ore dopo gli inquirenti avrebbero sottoposto il legale a perquisizione e al sequestro dei dispositivi elettronici, cellulare compreso. Unāescalation scatenata non solo dalla diffusione dellāaudio, ma anche dalla decisione di Meranda di venire allo scoperto a livello mediatico, confermando di essere uno dei partecipanti allāincontro del Metropol di cui Buzzfeed aveva messo in Rete la registrazione.
Unāuscita che rese la notizia ancora più succulenta. La cosa curiosa ĆØ che Meranda scelse per confermare la storia un giornale dello stesso gruppo dellāEspresso. Un incomprensibile autogol. Dopo quella lettera, il 13 luglio 2019, Tizian e Vergine, come se non avessero confidenza con lāavvocato, gli inviarono una mail con questo oggetto: Ā«Urgente// Richiesta di commento per il settimanale lāEspressoĀ». Nel formulare le domande i giornalisti si rivolgevano a Meranda dandogli del Ā«leiĀ».
[…] Lāex indagato aveva salvato su telefonino lāindirizzo Gmail di Tizian, ma questa volta il cronista, per la missiva, aveva usato quello di lavoro, che gli investigatori definiscono Ā«istituzionaleĀ». Allāinterno del questionario spiccavano le domande su Francesco Vannucci, il terzo italiano presente al Metropol, in passato impegnato nel sindacato (Cisl) e in politica (con la Margherita), Ā«la cui individuazione era ancora ignota agli atti dāindagine, a questa polizia giudiziaria e allāopinione pubblicaĀ».
Un questionario molto simile e anonimo ĆØ stato ritrovato tra le carte di Meranda, un documento che lāannotazione riconduce Ā«allāinteressamento di terzi (a rigor di logica giornalisti) per i fatti dellāhotel MetropolĀ». Su quei fogli ci sono appunti scritti a margine da Meranda. Di questo tenore: Ā«Sono un avvocato e non mi occupo di politicaĀ». Ma anche: Ā«Nel mio studio cāe il primo Comitato Salvini PremierĀ».
Sempre il 13 luglio, dallāindirizzo di Tizian, vengono spediti quesiti analoghi a Savoini. Una mossa che probabilmente serviva a evitare che Meranda fosse individuato come fonte dei cronisti. Anche se Tizian, di fronte ai magistrati, non ha potuto smentire i rapporti con lāex indagato. Ā«Come ĆØ avvenuta la conoscenza con Meranda?Ā» gli chiedono il 9 febbraio 2021 gli inquirenti. Tizian: Ā«Ci siamo conosciuti a una festa nel 2018 a Roma. Non ricordo dove fosse la festa, ma comunque ĆØ stato un incontro assolutamente casuale. Confermo di avere incontrato Meranda in alcune occasioni, il più delle volte presso il suo studio a Roma, altre volte in posti pubbliciĀ».
Pm: Ā«Descriva i dettagli del suo soggiorno a Mosca a ottobre 2018Ā». Tizian: Ā«Sono partito da Roma il 17 ottobre 2018. Una volta sullāaereo ho scoperto di avere preso lo stesso volo del ministro Salvini. Insieme a Salvini ho notato il portavoce Paganella (Andrea, ndr). Davanti a me cāera Meranda. Preciso di non avere concordato con lui i dettagli del voloĀ».
I magistrati sembrano avergli creduto. […] Gli inquirenti domandano quando abbia saputo che la riunione era stata registrata. E il cronista risponde: Ā«Non ricordo la data esatta, comunque diverse settimane dopo lāincontro del Metropol, forse a gennaio 2019, abbiamo ricevuto il file con la registrazione dalla nostra fonte, la cui identitĆ non posso rivelare per proteggere il segreto professionale. La fonte ci ha chiesto di non pubblicare lāaudio al fine di tutelarla il più possibileĀ».
Ricapitoliamo: un avvocato massone e un giornalista diventano Ā«cari amiciĀ». Il primo, molto trasversale nelle conoscenze, aveva contribuito alla nascita (nel gennaio 2018) di un comitato per Salvini premier dentro al suo studio, premurandosi, però, di non apparire nellāorganigramma. Poi con un bancario, politicamente vicino alla Margherita, aveva deciso di diventare un procacciatore di finanziamenti illeciti per la Lega.
E mentre trafficava in questo modo raccoglieva materiale che sarebbe stato divulgato nei mesi successivi sul giornale dellāĀ«amicoĀ» giornalista, una testata nemica del Carroccio. A quanto pare, però, Meranda si era raccomandato di non rendere pubblico lāaudio del Metropol. Quando esplode il caso, Salvini non solo non perde consensi, ma stravince le Europee.
E allora che cosa fanno i giornalisti? Portano la registrazione del loro Ā«agente provocatoreĀ» in Procura e, dopo che ĆØ stato depositato in Tribunale, il file finisce su un canale di news statunitense (lāarticolo viene firmato da un italiano). Forse ĆØ lāunico modo per far circolare la notizia a livello internazionale, mantenendo, almeno apparentemente, la parola data a Meranda. ChissĆ che cosa sarebbe successo se una simile operazione Ā«giornalisticaĀ» fosse stata orchestrata da una testata riconducibile allāarea moderata. Non vogliamo neanche provare a immaginarlo.
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