Morbo di Parkinson, una ricerca realizzata negli Stati Uniti ha riscontrato che l’esposizione al tricloroetilene (detta anche trielina) è legata ad un maggior rischio di contrarlo. “Rischio aumenta del 70%”

Nuovi studi collegano l’uso della trielina al morbo di Parkinson. Pochi giorni fa a Supersano, provincia di Lecce, due persone sono rimaste intossicate a seguito delle esalazioni di questa sostanza tossica da una lavanderia. Una donna ha notato che il marito della proprietaria dell’attività si stava sentendo male ed è entrata per soccorrerlo. Entrambi hanno dovuto ricorrere alle cure dei medici nell’ospedale di Casarano. Oggi, martedì 23 maggio, si viene a sapere altro sulla trielina.

Secondo l’esito di una ricerca realizzata negli Stati Uniti l’esposizione al tricloroetilene (detta anche trielina) è legata ad un maggior rischio di contrarre il Parkinson. Che la sostanza fosse pericolosa lo si sapeva già. Si sapeva, cioè, che la trielina è cancerogena. Purtroppo questa sostanza è stata utilizzata in modo diffuso fino agli anni ’70.

Lo studio effettuato sui veterani di Camp Lejeune

Sono numerosi gli utilizzi di trielina fatti nel corso del tempo nell’industria alimentare, farmaceutica e militare. La ricerca pubblicata sul Journal of Parkinson’s Disease sembrerebbe aver trovato una relazione tra l’esposizione (spesso inconsapevole) al prodotto chimico con l’aumento dei casi di malattia. Negli ultimi 30 anni il numero di malati di Parkinson è più che raddoppiato. Diversi studi confermano che i fattori ambientali svolgono un ruolo importante nell’insorgenza della malattia.

Gli autori dello studio hanno lanciato l’allarme: “Milioni di persone in tutto il mondo sono state e continuano ad essere esposte a questo onnipresente contaminante ambientale. I nostri risultati sollevano una questione importante, pertanto saranno necessari ulteriori studi per fornire una prova definitiva dell’associazione tra trielina e Parkinson”. Sono stati più di 300mila i veterani oggetto della ricerca e i ricercatori hanno evidenziato un aumento del 70% del rischio di Parkinson nei militari che hanno prestato servizio per almeno tre mesi nella base del Corpo dei Marines di Lejeune (Carolina del Nord).

In questo caso gli anni incriminati sono quelli tra il 1975 e il 1985. La trielina ed altre sostanze nocive come il percloroetilene (PCE), il benzene e il cloruro di vinile, avevano contaminato l’acqua potabile. Nonostante servano decenni prima che il TCE venga smaltito una volta filtrato nel terreno, ancora oggi è possibile comprare la trielina in alcuni negozi di ferramenta. Il prodotto è infatti utilizzato come solvente sgrassante. Qui potete trovare lo studio pubblicato.

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