Alluvione, Elly Schlein fa partire lo scaricabarile: con il solito discorso pieno di parole a caso, gioca a fare la finta tonta. “Non sono una tecnica”

E dietro la paginata su Repubblica il nulla. “Naufragio Schlein“, titola Renato Farina su Libero. A proposito di alluvione e mancata prevenzione, la segretaria dem fa la finta tonta. “Non sono una tecnica”, risponde a una delle domande dell’intervista a tutta pagina sul quotidiano di Molinari. Dietro le solite ‘supercazzole’, ha evitato di ricordare di essere stata responsabile, al governo in Emilia-Romagna, proprio delle politiche idrogeologiche. Quindi ha avuto la faccia tosta di rivelare la sua “incompetenza” sparando oltretutto una corbelleria colossale; smascherata con molta signorilità dal ministro Raffaele Fitto. Alla domanda, cosa fare ora per l’Emilia Romagna? Elly  Schlein ha risposto:  “Si parla di modifiche al Pnrr: ecco, avrebbe senso mettere più fondi sulla prevenzione del rischio idrogeologico». Peccato che non funzioni così.  Le risponde il ministro per gli Affari europei e il Pnrr: il Recovery plan «ha un percorso differente», e al suo interno «ci sono già risorse contro il dissesto, ma sono per progetti specifici».

Alluvione in Emilia Romagna: Elly Schlein la “marziana”

Non è il caso di addossare colpe e croci, dopo aver visto la desolazione degli scenari romagnoli di queste ore. Ma non è neanche il caso di lasciarsi infinocchiare. Pertanto ricordiamo sommessamente che la Schlein è  stata nel 2022 vice-presidente dell’Emilia-Romagna, con questa delega pletorica: «Patto per il clima e cioè coordinamento interassessorile delle politiche di prevenzione e adattamento ai cambiamenti climatici e per la transizione ecologica». Affermare “non sono una tecnica” è troppo. Cosa abbia fatto di questa delega non è dato sapere, ma la prosopopea ci sia risparmiata. Fa bene Paolo Del Debbio su La Verità a definire la Schlein una “marziana”. La segretaria del Pd, ex vicepresidente dell’Emilia Romagna, vice di Bonaccini, di fronte alla domanda di Repubblica: «Dopo questa ennesima alluvione, da parte della politica, servono scelte più coraggiose?». Risponde: «Sì. Nell’immediato per le zone colpite va bene la sospensione degli adempimenti fiscali». E ci mancherebbe altro.

Le supercazzole della Schlein sull’alluvione: “Non sono una tecnica”

Non se ne è accorta, ma è stata una delle prime decisioni prese dal governo sul tamburo.  Dire ovvietà è uno degli stilemi classici dell’eloquio della segretaria. Come quando afferma nel forum di Repubblica:  «Ma ci vorrannomolte altre risorse, miliardi di euro». Anche in questo caso superata dai fatti: il governo stanzierà per ora 30 milioni per l’Emilia Romagna, che verranno ratificati nel Cdm di martedì prossimo. Altra ovvietà della Schlein«Serve una semplificazione per gli interventi. In prospettiva è fondamentale un salto di qualità del sistema Paese». Non c’è dubbio, il governo ci sta lavorando, non sappiamo quanto quelli passati. E la perla finale:  «L’Italia non ha ancora fatto i conti con la sua fragilità». Sta parlando la segretaria del Pd e l’ex vicepresidente dell’Emilia Romagna con delega a quello che una volta si chiamava Ambiente- si chiede esterrefatto Del Debbio-; o un’opinionista di Ultima generazione? Quando su Repubblica le fanno domande più specifiche, chiedendole un giudizio sui veti ambientalisti che bloccano, ad esempio, i bacini di espansione dei fiumi, lei si tiene sul vago: “Non sono una tecnica”.

Schlein all’angolo: nell’intervista a Repubblica le solite ovvietà

L’editorialista e conduttore di Dritto e rovescio su Rete4 si stupisce che in una paginata fitta fitta di intervista Elly Schlein “non abbia citato una sola volta, in questo pezzo chiave dell’intervista, il dissesto idrogeologico. Sa la dottoressa Schlein cosa sono gli invasi? Sono strutture, bacini, che hanno lo scopo di contenere una notevole massa d’acqua; dove possano confluire le acque in eccesso dovute a fenomeni naturali: quanti ne ha progettati in Emilia Romagna? Quanti intende progettarne nel suo programma ove andasse al governo? Non è dato sapere. Ma poi, come può dire che le cose comunque accadono perché c’è poco interesse sul tema climatico da parte di questo governo in carica da pochi mesi?”… Già, cadono le braccia.  In Emilia Romagna sono esondati 26 fiumi e molti studiosi anche emiliani, e non di destra, hanno sostenuto che gli alvei dei fiumi sono troppo stretti; e che quindi le sponde o rive andavano allargate perché, così facendo, la delimitazione delle acque sarebbe più larga e avrebbe quindi assorbito più acqua. Valga la psrola di Massimiliano Fazzini, responsabile della Società italiana di geologia ambientale. Che, intervistato dal Foglio, spiega: «La spinta ambientalista all’interno della politica emiliano-romagnola è stata talmente forte; che negli ultimi dieci anni non ha permesso di fare nulla», su un territorio considerato «a più alto rischio idrogeologico».

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