Conte nella bufera: alle comunali percentuali da prefisso telefonico in tutta Italia! Cinquestelle, senza il reddito da divano sono finiti

Estratto dell’articolo di Emanuele Buzzi per www.corriere.it

Un colpo quasi da ko. Il primo turno delle Amministrative si chiude per i Cinque Stelle con risultati molto bassi, risultati mai visti da che il Movimento siede in Parlamento, che solo in rari casi supera la soglia del 5% nei capoluoghi.

C’è chi paragona il M5S a un pugile messo alle corde. Il voto dà il quadro di un Movimento quasi inesistente al Nord, sotto al 2% in quasi tutti i centri principali in cui si è presentato (1,9% a Treviso, 1,7% a Vicenza, 1,4% a Imperia) e in forte difficoltà anche al Sud.

«Si tratta di un quadro parziale, manca ancora la Sicilia dove possiamo essere determinanti», dicono fonti parlamentari. Che però parlano anche di «risultato sconfortante. I Cinque Stelle spiegano che «la riorganizzazione di un partito e della sua classe dirigente non si fa dall’oggi al domani». Concetto che sottolinea anche Roberto Fico: «Siamo appena all’inizio di un percorso lungo di cui abbiamo visto solo le prime tappe». Ma i dati, commentano eletti ed ex parlamentari, «sono allarmanti».

Per la prima volta finisce sul banco degli imputati anche il presidente Giuseppe Conte. Viene fatto notare che la sua presenza abbia riscosso un «buon seguito» nelle piazze, ma nelle urne il suo tour abbia prodotto «poco o nulla». Persino in Puglia, dove il Movimento festeggia la vittoria a Ostuni.

«La presenza di Conte è stata capillare, in Campania ha fatto sei tappe e continua a fare riunione per riorganizzare il partito», spiegano fonti qualificate. Tuttavia, c’è chi sintetizza: «Abbiamo sbagliato tutto o quasi». A Pomezia, dove i Cinque Stelle avevano vinto da soli sia nel 2013 sia nel 2018, il M5S chiude poco sopra il 15% quando era al 28%. Ad Ancona al 3,7% contro il 16,5% di cinque anni fa, a Brescia è all’1,4% contro il 5,6%, a Terni, uno dei centri dove il M5S ha tenuto meglio, si passa dal 24,4% al 6,5%.

Il Movimento, intanto, viene preso di mira da Matteo Renzi. Che punta a spezzare l’asse con i dem, uscito indebolito dal primo turno di Amministrative e prende di mira Conte: «È la stampella, anzi la protesi della Meloni, questa è la verità. E prima o poi se ne accorgeranno anche quelli del Pd».

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